L'ultima balla è stata colossale: “Sono stato io che ho detto al PPE di invitare Monti a Bruxelles, e sempre io sono stato quello che lo ha proposto come guida del centrodestra”. Le agenzie di stampa battono la notizia mentre la registrazione di Porta a porta è ancora in corso. E, sempre durante la registrazione, arriva la secca smentita di Wilfred Martens il quale, appena letta la dichiarazione di Silvio, ha immediatamente telefonato all'Ansa per precisare: “Nessuno mi ha chiesto di invitare Monti a Bruxelles. È stata una iniziativa mia, personale”. Uno intelligente direbbe: “Va beh, m'è andata male!” Invece Silvio rintuzza: “Evidentemente non vuol far vedere di essere stato influenzato da me”. E tutto il mondo, compresa la periferia di Marte, rise. Ovviamente, Bruno Vespa ha preso per buona la versione silviesca e, con il ghigno luciferino che lo contraddistingue in alcuni momenti, ha annuito chinando, come sempre, la testa. Ma il delirio di Silvio mica finisce qui. Si è accorto che non ha il tempo materiale per lavare il cervello al quaranta per cento degli elettori. Quindi occorre rinviare le elezioni. “Che fretta c'è? – ha detto Silvio – Bisogna predisporre le liste, correre per preparare le elezioni. Prendiamocela con calma no? Tanto l'Italia saprà aspettare ancora per un po' il mio ritorno”. Ma che ti venga un bene, Silvio! Prima sfiduci di fatto Monti, poi ti rendi conto che hai pochi giorni di tempo per plagiare gli italiani con le tue minchiate e chiedi il rinvio? Colto dalla sindrome di Totò, leggete cosa ha detto a Vespa:“Se Monti annette i centristi e non noi, vuol dire che non federa il centrodestra. Deve essere il federatore della totalità del centrodestra”. Che cazzo significa lo sa solo lui, forse che dopo aver conquistato Trento conquisterà anche Trentuno. Il fatto è che il refrain è sempre lo stesso, che il suo modo di affrontare la politica non è cambiato in niente, e dire che ha avuto davanti a sé 20 anni di potere pressoché assoluto. Populismo a gogò e cazzi suoi, questa è la ricetta vincente di una non ideologia mascherata da liberismo. A Silvio però non manca il coraggio e spara minchiate paradossali spacciandole per verità. Una perla gigantesca: “Io non ho frenato la legge elettorale. Si è frenata perché Monti ha dato le dimissioni, poteva anche non darle perché noi non lo abbiamo sfiduciato”. Questa è la riprova che le dimissioni di Mario Monti, sono state per Silvio un fulmine a ciel sereno. Lui si era fatto tutti i conti. Avrebbe tenuto il Premier sulla graticola fino a marzo e, nel frattempo, messo in piedi la macchina da guerra elettorale, perché per Silvio le elezioni sono comunque una guerra. Il Professore, invece, gli ha fatto un dispettuccio, si dimetterà formalmente appena approvata la Legge di stabilità, lasciando Silvio con un pugno di mosche in mano. Ecco, allora, le necessità per il Capataz, di tirarla per le lunghe, e l'unico modo che ha è quello di rinviare l'approvazione della legge. Gira gira, comunque la si voglia mettere, Silvio deve sempre aggiustarsi gli affari suoi, rodare la Task Force Digitale, cibare con un po' di cacca le mosche che ha assoldato per rinfoltire il suo esercito di disperati, lasciar passare il tempo necessario per continuare la disinformatio televisiva. Gli ultimi dati, danno il Pdl in leggera rimonta. È bastata l'apparizione di Silvio in tv, per convincere i pensionati di Villa Sorriso a rivoltarlo, e qualche milione di evasori fiscali a cantare “Trullallero”.
Magazine Politica
Io deliro, tu deliri, Silvio delira. A pagare è sempre l'Italia.
Creato il 19 dicembre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
L'ultima balla è stata colossale: “Sono stato io che ho detto al PPE di invitare Monti a Bruxelles, e sempre io sono stato quello che lo ha proposto come guida del centrodestra”. Le agenzie di stampa battono la notizia mentre la registrazione di Porta a porta è ancora in corso. E, sempre durante la registrazione, arriva la secca smentita di Wilfred Martens il quale, appena letta la dichiarazione di Silvio, ha immediatamente telefonato all'Ansa per precisare: “Nessuno mi ha chiesto di invitare Monti a Bruxelles. È stata una iniziativa mia, personale”. Uno intelligente direbbe: “Va beh, m'è andata male!” Invece Silvio rintuzza: “Evidentemente non vuol far vedere di essere stato influenzato da me”. E tutto il mondo, compresa la periferia di Marte, rise. Ovviamente, Bruno Vespa ha preso per buona la versione silviesca e, con il ghigno luciferino che lo contraddistingue in alcuni momenti, ha annuito chinando, come sempre, la testa. Ma il delirio di Silvio mica finisce qui. Si è accorto che non ha il tempo materiale per lavare il cervello al quaranta per cento degli elettori. Quindi occorre rinviare le elezioni. “Che fretta c'è? – ha detto Silvio – Bisogna predisporre le liste, correre per preparare le elezioni. Prendiamocela con calma no? Tanto l'Italia saprà aspettare ancora per un po' il mio ritorno”. Ma che ti venga un bene, Silvio! Prima sfiduci di fatto Monti, poi ti rendi conto che hai pochi giorni di tempo per plagiare gli italiani con le tue minchiate e chiedi il rinvio? Colto dalla sindrome di Totò, leggete cosa ha detto a Vespa:“Se Monti annette i centristi e non noi, vuol dire che non federa il centrodestra. Deve essere il federatore della totalità del centrodestra”. Che cazzo significa lo sa solo lui, forse che dopo aver conquistato Trento conquisterà anche Trentuno. Il fatto è che il refrain è sempre lo stesso, che il suo modo di affrontare la politica non è cambiato in niente, e dire che ha avuto davanti a sé 20 anni di potere pressoché assoluto. Populismo a gogò e cazzi suoi, questa è la ricetta vincente di una non ideologia mascherata da liberismo. A Silvio però non manca il coraggio e spara minchiate paradossali spacciandole per verità. Una perla gigantesca: “Io non ho frenato la legge elettorale. Si è frenata perché Monti ha dato le dimissioni, poteva anche non darle perché noi non lo abbiamo sfiduciato”. Questa è la riprova che le dimissioni di Mario Monti, sono state per Silvio un fulmine a ciel sereno. Lui si era fatto tutti i conti. Avrebbe tenuto il Premier sulla graticola fino a marzo e, nel frattempo, messo in piedi la macchina da guerra elettorale, perché per Silvio le elezioni sono comunque una guerra. Il Professore, invece, gli ha fatto un dispettuccio, si dimetterà formalmente appena approvata la Legge di stabilità, lasciando Silvio con un pugno di mosche in mano. Ecco, allora, le necessità per il Capataz, di tirarla per le lunghe, e l'unico modo che ha è quello di rinviare l'approvazione della legge. Gira gira, comunque la si voglia mettere, Silvio deve sempre aggiustarsi gli affari suoi, rodare la Task Force Digitale, cibare con un po' di cacca le mosche che ha assoldato per rinfoltire il suo esercito di disperati, lasciar passare il tempo necessario per continuare la disinformatio televisiva. Gli ultimi dati, danno il Pdl in leggera rimonta. È bastata l'apparizione di Silvio in tv, per convincere i pensionati di Villa Sorriso a rivoltarlo, e qualche milione di evasori fiscali a cantare “Trullallero”.
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