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Io E Annie (1977)

Creato il 02 febbraio 2015 da Vomitoergorum @Old_Glory
Io E Annie (1977)
Regia: Woody Allen Anno: 1977 Titolo originale: Annie Hall Voto: 8/10 Pagina di IMDB (8.1) Pagina di I Check Movies Acquista su Amazon
Questo sì che mi è piaciuto, e tanto. Sarebbe stato sconcertante il contrario. Una delle migliori commedie romantiche che abbia mai visto, peccato averlo fatto così tardi. Anzi, meglio, così posso parlarne adesso. Dall'inizio alla fine è indubbiamente una pietra miliare che segna il cinema di un certo livello. L'apertura con il monologo rivolto alla telecamera ed agli spettatori ci fa capire subito di che pasta è fatta la pellicola. Citazioni di Groucho Marx, battute sottili per un'introduzione per un genere drammatico e romantico che porta solo la maschera della commedia comica. Non conosco Woody Allen per come dovrei, ma l'amore per la risata intelligente fa parte del suo essere colto ed interessante: omaggi a Bergman e Fellini, alla psicanalisi di Freud ed i problemi nati dall'infanzia, la cospirazione per la morte di Kennedy. L'ironia di puro stampo ebraico, irriverente e pur sottile con lunghissimi dialoghi che vengono estrapolati dal contesto e proiettati per rendere partecipe lo spettatore. Molte tecniche come la voce fuori campo, l'interazione con passanti e comparse, un'alienazione dalla vita reale spiegata ad alta voce e pensieri espressi dalla mente umana, Allen riesce in modo superbo a raccontare i risvolti di questa storia sentimentale tra il comico Alvy Singer e la sua amata Annie Hall (Diane Keaton). Spettacolare anche lei nel suo essere donna degna di attenzioni, spiritosa, malinconica e dinamica. Personaggio principale lei, ma non tanto quanto Alvy che ci porta dentro alla storia nella doppia vesta di narratore e protagonista. E' lui la stella, con le sue manie, il suo essere nevrotico, le paure ed i problemi derivanti dall'infanzia. L'incontro con Annie sembra perfetto per quanto possano assomigliarsi ed essere simili l'uno all'altra, ma ogni storia d'amore presenta difficoltà psicologiche che vengono alimentate da una serie incessante di battute e situazioni strambe. Non esilaranti, perchè l'intelligenza del regista non è sguaiata, ma matura. Così si apprezzano i dialoghi senza che scadano nell'ovvio e nel comico fine a se stesso. Struttura e scenografia con cambio di stile ogni tre per due, citazioni, amore per New York, le fobie... Una lista dei punti vincenti sarebbe assurda perchè scritto uno ne viene a mente un altro. Grazie a lui ho capito che la maggior parte di noi ha bisogno di uova.

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