Io e i Miei Gatti + ‘101 Cose...’ #6

Da Topogina

Questa domenica mi trova impreparata, nel senso che è arrivata troppo presto! A volte non vi sembra che il tempo scorra troppo rapidamente per i vostri gusti? Ecco, questa è una di quelle volte per me!
Normalmente mi metto a scrivere per quest’occasione settimanale e miescono liste interminabili e tante cose che non c’entrano niente ma che spingono per uscire in superficie a tutti i costi {solo che alcune cose è meglio che le tenga per me stessa}. Oggi niente, tabula rasa!
Negli ultimi due giorni ho lavorato molto per ricaricare il mio secondo chackra, quello connesso con la creatività, ma i rimedi funzionano per poco e poi sono drenata dalle energie nuovamente.
Vi lascio con una lista di 10 cose casualmente scelte dai vari cassetti e scompartimentistagni del mio cervello sperando vi possano piacere.
51. Io e Dick, il cane che abbiamo in famiglia, siamo inseparabili. Dove vado io va anche lui, viene a svegliarmi per non stare solo e mi segue ovunque io vada, anche in bagno. Gli basta stare accucciato sui miei piedi per sentirsi tranquillo. È un gran curiosone, è sempre in mezzo ai discorsi, nel senso che fa ping-pong con la testa tra due persone che parlano, è geloso dei gatti di casa e ama cacciare mosche, topini e lucertole.
52. Pisellino invece, un gattone nero di 6 chili e mezzo è il ruffiano di casa. Accoglie chiunque arrivi in cucina miagolando per farsi dare la pappa, anche se ha appena mangiato. Se non gli fai caso, ti obbliga a farlo. Se stai lavando i piatti, si mette a cavallo delle tue braccia {e no, non è ancora mai caduto nel lavandino pieno d’acqua bollente!}, se stai mangiando viene a “sedersi sul tuo piatto” e a darti dei colpi con la testa. Appena gli dai credito e capisce che inizierà una sessione di massaggio, si butta disteso a pancia all’aria incurante di tutte le cose che farà cadere per terra [tipo bottiglie d’acqua, posa ceneri e occhiali}.
53. Sua sorella Orecchiette è la snob di casa, una con la puzza sotto al naso che ti guarda dall’alto verso il basso e si fa accarezzare solo quando vuole lei. Nonostante abbiamo un bel giardinetto sia davanti che dietro casa, lei fa i suoi bisogni solo nella sua lettiera personale. È diffidente con gli estranei e se non le vai a genio sono cavoli tuoi. Infatti, l’ultima gattina abbandonata che ho salvato, se ne è andata dalla disperazione perché Orecchiette la attaccava di continuo, per via della gelosia credo.
Tipo che si nascondeva dietro alle porte e la osservava anche per ore con aria minacciosa. Poi arrivavo io e lei faceva finta di niente…
54. Nel mio quartiere ci conoscono come quelli a cui ‘mollare’ i gatti, nel senso che ognittanto ci troviamo qualche cuccioletto abbandonato in giardino. Eppure basterebbe sterilizzare i propri gatti per evitare il randagismo!
Io per esempio, collaboro con alcuni veterinari e volontari della mia zona che sterilizzano i mici trovatelli gratuitamente e se vuoi ti aiutano a trovargli una nuova casa.
55. L’ho già raccontato qui di come il nostro Pippo {riposi in pace} sia tornato a casa con una moglie bruttina, gravida e ammaccata. Penso che i suoi crudeli ‘padroni’ l’avessero malmenata per cacciarla di casa e l’abbiamo ospitata noi per il parto. Prima che finisse l’allattamento, quel maiale di Pippo l’ha messa incinta nuovamente! E così da avere solo lui in giro per casa ci siamo ritrovati con una famiglia allargata di 12 gatti.
56. Micia non era veramente bruttina, piuttosto insignificante perché aveva il pelo di 3000 colori. Non oso pensare da quanti incroci sia nata!!
Per fortuna i loro figli hanno preso dal padre ed erano tutti stupendi! La madre gli ha trasmesso la diffidenza verso gli umani ma un pò alla volta si sono tutti casalinghizzati.
57.La mia carriera di ostetrica con specializzazione in gattologia è iniziata a sei anni quando la nostra micetta Resi ha pensato bene di partorirmi sui piedi mentre dormivo. Immaginate una bimba che si sveglia coi piedi umidi e insaguinaticci…. e vede un micetto tutto bagnato ancora attaccato al cordone ombelicale della mamma gatta!
58. Vista l’esperienza decennale, non ho avuto problemi ad organizzare il secondo parto di Micia. Per il primo, non eravamo ancora intime, ha partorito sul prato della vicina e mi toccava fare le notti sveglia che evitare che andasse ad uccidere lei e i suoi piccoli{la mia vicina non era una grande amante degli animali, o degli esseri viventi in generale}come aveva già fatto in passato.
Stavolta mi sono organizzata per bene con un appartamento interamente dedicato a Micia, una cuccia nuova di zecca e tanti panni morbidi per tenere al calduccio i cuccioli. Il travaglio è durato 7 ore di miagolii, massaggi sulla pancia, acqua col contagocce e taglio del cordone ombelicale. Ne abbiamo sfornati 6 ed è stato un parto a 5 stelle direi!
59.L’ultimo arrivo in casa Topogina si chiamava Birba, detta anche Zoccolina, perché era una vera peste irrequieta. È arrivata in una notte di luna piena assieme a Pisellino e per giorni è rimasta dall’altra parte della rete che separa il mio giardino da quello dei vicini ‘assassini’.
Era sporca, appiccicosa e malconcia. Pian pianino, l’abbiamo attirata nel nostro giardino col latte e delle pappette per neonati e dopo vari tentativi di accarezzarle la testina mentre beveva il latte come un’idrovora si è lasciata toccare senza scappare disperata. Ho ideato tantissimi giochetti per attirarla dalla nostra parte, palline, camapanelline, piume. Mi sedevo per terra e giocavo con Birba per ore fino a che sono riuscita a prenderla in braccio e a far si che si fidasse di me.
60. Volevo che si sentisse al sicuro a casa nostra e che non fosse l’ennesima vittima dei miei vicini. Per fortuna mi ha aiutato Pisellino, mostrandole i vari nascondigli e i giacigli più comodi e Birba ha finalmente iniziato a trascorre le notti nel nostro giardino, spesso arrotolata accanto al suo vero salvatore.
Non vi dico che ridere quando ha fatto i primi tentativi di entrare in casa. Attendeva di sentire silenzio per avventurarsi per le stanze ma appena ci vedeva, usciva di casa correndo come una saetta… ma questa è un’altra storia…..

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