Magazine Diario personale

Io e il brutto anatroccolo

Da Saraconlacca

Io e il brutto anatroccolo“Una volta avevano messo un uovo di anatra sotto una gallina. Da quest’uovo nacque un anatroccolo che seguiva la sua mamma ( e suo fratello) fino a quando, un bel giorno, la gallina lo portò vicino ad un lago. Immediatamente l’anatroccolo entrò nell’acqua, mentre la mamma gallina (e il fratello) stranazzavano ansiosamente sulla riva”. Forse io sto entrando nell’oceano e non è colpa mia se loro preferiscono restare sulla spiaggia. La favola che per tutta la vita mi ha accompagnato, quella del brutto anatroccolo, alle soglie del mio trentesimo compleanno mi spinge a delle importanti riflessioni.

Ci chiediamo: è proprio impossibile essere i primi ad avere un’idea diversa? A tentare qualcosa di nuovo? A muovere un passo verso un’altra direzione? Se lo facessimo cosa succederebbe? Cosa direbbero gli altri? E se fallissimo? Se tutti avessero sempre in questo modo ben pochi progressi si sarebbero verificati nella storia dell’umanità. La prudenza ci spinge a restare sulla riva mentre lo spirito ci invoglia ad aprirci, ad esplorare nuove possibilità di pensare, di essere, di vivere. E’ un rischio, certo. Ma ne vale la pena. Ognuno dovrebbe avere il coraggio di accettare il proprio sogno di una vita migliore. Bisogna guardare il proprio sogno negli occhi e dire a se stessi che è possibile realizzarlo. Chi osa incamminarsi su un sentiero nuovo non solo si avvierà verso traguardi appaganti ma invoglierà gli altri a fare altrettanto. Diventerà un esempio e sarà orgoglioso di se stesso, perchè sarà stato capace di fare qualcosa di nuovo dimostrando di aver finalmente capito chi egli sia in realtà.



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