Oggi è stata molto dura.
Molto dura perchè molti fattori giocavano contro di me. Le forze del male si erano alleate per tenermi lontano dalla corsa.
Thor flagella il centronordsud Italia di pioggia e freddo, durante la notte ho avuto male al cuore (e dubito fosse una fitta dovuta alla crescita....), sono un po' raffreddato e non ho fatto una playlist nell'iPod dedicata alla corsa.
Quest'ultima era l'arma segreta del mio inconscio, la morte nera delle forze del male che abitano il mio cervello. Se fosse stato bello avrei potuto dire "come faccio a correre se rischio di imbattermi in una canzone che ha lo stesso effetto sulla corsa dei gambaletti per il sesso?". Avrei potuto dirlo senza sentirmi in colpa perchè non era una rinuncia del mio io pigro avverso alla corsa, era colpa di quell'altro me stesso che la sera è troppo stanco per fare playlist. Dalla serie, io sarei andato ma c'è quell'altro che rema contro.
Invece stamane son successi due fatti:
ore 8.40, mentre parcheggio la macchina e nel mio cervello serpeggiano voci tipo "no dai, oggi non ci porta, è troppo brutto, mica abbiamo più vent'anni", alla radio parte una voce roca..
I call you when I need you, my heart's on fire
You come to me, come to me wild and wild
you come to me, Give me everything I need
Give me a lifetime promises and a world of dreams
Speak a language of love like you know what it means
And it can't be wrong
Take my heart and make it strong baby
You're simply the best , Better than all the rest
Better than anyone, Anyone I've ever met
Ecco, quando Tina dice "You're simply the best" le mie gambe dicono "noi andiamo" e il cuore risponde "vengo pure io".
Il secondo fatto solo un paio d'ore dopo.
Viene a trovarmi un amico che entra in negozio con fare beffardo e dice "oggi ti sfido ad andare a correre con un tempo così"...lo dice e poi mi riferisce che ieri ha fatto una corsa di 21 km mentre chiacchierava con un amico, che c'ha messo un po' di tempo ma ha dovuto soccorrere una donna che stava partorendo e che ha messo il suo nome al nascituro nei primi km e poi sul finire è stato convocato da Napolitano per dire la sua sul quadro politico che ci troviamo davanti. Dice tutto questo mentre fa la manovra di Heimlich a un bambino che aveva mangiato una nocciolina e si stava strozzando salvandolo e contemporaneamente lanciando un barattolo di fagioli coi quali centra in testa uno scippatore che aveva rubato la borsetta ad una anziana signora che aveva appena ritirato la pensione e che aveva bisogno di quei soldi per pagare le cure all'anziana sorella di cui si prendeva cura. Fa tutto questo con fare beffardo e chiosa dicendo "e poi ce l'ho più grosso".
A quel punto anche il cervello è convinto, oggi si corre.
Torno a casa, prima che qualcuno dica "si però" mi metto gli abiti tecnico-sportivi e mi butto in strada, nell'auricolare parte "Eye of the tiger" (messa ad hoc) e io ho gli occhi di una tigre fino al semaforo, poi divento lince e a metà strada sono un gattone castrato. Ma, stranamente, non mollo, intensifico gli sforzi, il mio corpo ha il sopravvento sul mio cervello e corro. La mia corsa è quanto di meno efficiente si sia mai visto sulla faccia della terra.
Ma non mi fermo, corro come il vento che soffia....no, dai non è vero.
Corro e, se nessuno mi affianca, posso pure sembrare veloce.
Poi il disastro, parte Mandy di Barry Manilov. Questo è il gambaletto color carne della corsa.
Piantato su me stesso. Finita, kaput, non ne ho più.
Per fortuna ho fatto solo i consueti 13 metri e per tornare a casa non devo telefonare.