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Io, Elsa de' Giorgi e Italo Calvino

Creato il 19 settembre 2015 da Michelap

"Io voglio scrivere del nostro amore, voglio amarti scrivendo, prenderti scrivendo, non altro." "Siamo davvero drogati : non posso vivere fuori dal cerchio magico del nostro amore."
Italo Calvino a Elsa de' Giorgi
Io, Elsa de' Giorgi e Italo Calvino

L'ultima tappa dei miei piccoli viaggi è stata il Circeo.
Ero già stata lì quattro estati fa, e da allora questo posto è entrato più di tutti gli altri, così fortemente nel mio cuore.
Non riesco a descrivervi l'incanto di quella costa dorata, l'enorme distesa di acqua blu, che infrangendosi con fragore sugli scogli, provoca un suono sirenico e una fragrante brezza salina che vi entra in tutti i pori della pelle.
No, non voglio annoiarvi con il racconto delle mie vacanze; perciò arrivo al dunque. Questo è solo il sipario.
Devo ringraziare i miei cognati Debora e Giorgio, per averci invitato per qualche giorno in una casa presa in affitto proprio qui, sul punto più alto del posto, ovvero Punta Rossa.
Siamo stati accolti in questa bella e grande casa in stile anni '50, con vista sul mare e circondata da un parco di folta vegetazione; all'interno ampie stanze ben conservate ma da ristrutturare, vecchi divani, foto d'epoca, quadri tutti dedicati ad una certa Elsa, e una libreria colma di libri.
Ricordo con che parole mia cognata mi diede il benvenuto : "Se conosci la storia di questa casa, te ne innamorerai.".
Stuzzicata dalla misteriosa frase, ci siamo sedute; ed ella mi ha raccontato che questa apparteneva ad una famosa attrice degli anni '30, bella e colta, innamorata del Circeo.
Qui, passava le sue lussuose vacanze, tra mare e letture, ricevendo ospiti d'eccezione, come Moravia, Anna Magnani, Pasolini... Italo Calvino.

Io, Elsa de' Giorgi e Italo Calvino

La casa

Io, Elsa de' Giorgi e Italo Calvino

Il parco

Io, Elsa de' Giorgi e Italo Calvino

Elsa de' Giorgi fu per un certo periodo una delle attrici più amate del cinema cosiddetto "dei telefoni bianchi", genere sentimentale molto in voga in Italia tra gli anni '30 - '40.
Nata Elsa Giorgi Alberti ( 1914-1997 ), proveniva da una nobile famiglia di Bevagna ( PG ); nel 1993 non ancora diciottenne, venne scelta come protagonista per il film "T'Amerò per Sempre", da Mario Camerini, estasiato dalla sua diafana bellezza.
E bella Elsa lo era per davvero : bionda, delicato incarnato,occhi magnetici, movenze da diva consumata.
Seguì una serie di film in costume, ma la celebrità crebbe incredibilmente dopo l'abbandono dalle scene. Elsa si dedicò alle sue passioni principali : l'arte, il teatro, la scenografia, la scrittura.
Nel 1948 sposò il conte Sandrino Contini Bonacossi ( 1914-1975 ), partigiano e grande collezionista d'arte; nella loro Villa Ada a Roma, ricevevano personalità quali Alberto Moravia, Carlo Levi, Renato Guttuso, ed Elsa divenne protagonista dei salotti culturali romani, ammirata per le sue finezze e conoscenze letterarie.
Nel 1955 conobbe Italo Calvino ( 1923-1985 ).
Lei aveva quarantadue anni e aveva scritto un memoriale partigiano dedicato a suo marito, "I Coetanei"; ma il libro aveva bisogno di correzioni e miglioramenti, e trovò aiuto in Calvino, allora ufficio stampa presso alla casa editrice Einaudi.
La loro collaborazione professionale sfociò in un amore difficile e furioso, fatto di incontri proibiti, viaggi tra Roma e Torino, appuntamenti sui vari treni come nei film o nei romanzi.
Italo Calvino aveva trentuno anni, già nel panorama letterario da dieci,ma non ancora quel grande scrittore celebre in tutto il mondo.
Era innamorato pazzo di Elsa : la chiamava "Paloma", "Raggio di Sole" ( anagramma del suo nome che come lettera mancante aveva solo la e ), le scriveva lettere che arrivavano alla sensualità e all'erotismo.
A lei dedicò "Il Barone Rampante" e "Fiabe Italiane".
E' difficile scoprire un Calvino così diverso da quell'immagine stereotipata di uomo schivo e timido, intellettuale moralista e detto dai critici "freddo"; la storia con l'attrice letterata ci rivela un Italo indomabile e appassionato :
"E' terribile come la guerra, la felicità che mi dai. E la cosa più esaltante di quel che provo fra le tue braccia è quando penso che chi ti abbraccia non è che sia un altro, sono io."
Ma la rischiosa relazione andò sui giornali di cronaca, quando il trentuno luglio di quello stesso anno, il conte Bonacossi scomparve misteriosamente, ricomparendo un anno dopo, per chiedere il divorzio da Elsa. Lei rifiutò.
Nacque un violento e lungo scontro per l'eredità Bonacossi, ma questo a noi poco importa.
La storia Calvino-de' Giorgi, invece, si interruppe nel 1958.
Di questa ci rimane soltanto un corpus di trecento lettere, ora conservate nel Fondo Manoscritti di Pavia.
Se ne conoscono pochi stralci, visto che il rapporto, ancor oggi, rappresenta un vero tabù nella storia italiana; sembra che sia volutamente stato nascosto o mitigato, ma da chi?
Maria Corti ( 1915-2002 ), filologa e critica letteraria, è stata una dei pochi che ha potuto leggere l'intero epistolario,definendolo "il più bello del Novecento italiano".
Si tratta, non solo, di lettere d'amore, comunque raffinate e poetiche, ma di politica, letteratura, incontri con intellettuali del tempo, cronaca e ancor di più, il lungo e complesso pensiero filosofico dell'autore, fatto di battute di arresto e grandi slanci culturali. 
Negli ultimi anni, Elsa de' Giorgi, si batté per far capire quanto la loro relazione incise sul percorso stilistico del suo amante. Nel 1992 pubblicò per la "Leonardo" "Ho Visto Partire il Tuo Treno", ove raccontava la sua storia con Italo.
Ho cercato di procurarmelo, ma non se ne ha più traccia.
"Amore mio, non avei mai pensato che innamorarmi di te, incidesse così profondamente in me, fino a toccare, a aprire una crisi anche nella strumentazione più tecnica del mio lavoro, cioè nel mio stile."
Italo Calvino
Se si potessero consultare apertamente queste lettere, si potrebbe trovare un nuovo Calvino, o scoprire ancor meglio la sua scrittura, il suo modo di far romanzo, violando però il suo intimo?
Il diciannove settembre 1985, alla morte di Italo Calvino, Elsa de' Giorgi si espresse così :
"Gli intellettuali muoiono soltanto quando decidono di morire."
Ah, scusate, se viste le circostanze che mi hanno fatto scoprire questa storia, mi sono sentita partecipe anche un po' io.
M.P.



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