![Io... Ibra Io... Ibra](http://m2.paperblog.com/i/81/818121/io-ibra-L-F3IPtR.jpeg)
Abitavamo al quarto piano al numero 5c di Cronmans vag a quei tempi, e da noi non si viaggiava ad abbracci ed effusioni. Nessuno mi domandava: “Com’è andata oggi Zlatan, tesoro?”, no, niente del genere. Nessun adulto dava una mano con i compiti o chiedeva se avevi dei problemi. Ti dovevi arrangiare da solo e non era il caso di lagnarsi se qualcuno ti aveva fatto uno sgarbo. Bisognava stringere i denti. C’era sempre casino e volavano mazzate, quando uno ogni tanto avrebbe sperato anche in un po’ di calore umano. Un giorno, per esempio, caddi dal tetto dell’asilo. Mi feci un gran livido e corsi a casa piangendo, aspettandomi una carezza sulla testa o almeno qualche parola di consolazione. Mi arrivò uno schiaffone”.