"La storia racconta di Tea,che è una ragazza che fidanzata è ha il doppio lavoro di barista e modella la sera. Ma una sera mentre sfila incontra un intellettuale invasato che la desidera. Da qui si instaura una turbolenta relazione."
Eva Grimaldi è protagonista assoluta. Tanto generosa nel concedere frequenti full frontal da rendere il prodotto imprescindibile per qualsiasi fan dell’attrice veronese. Una serie di videoclip piuttosto spinti intervallati dalle performance musicali dei Liquid Eyes (?) e da sequenze romantiche – virate alquanto male – con il fidanzato della protagonista, concessione ingenua all’amore romantico che attanaglia chi è coinvolto nel luccicante mondo della moda. Tomas Arana (il portiere sadico) lo rivedremo in successivi titoli di genere horror (La Chiesa, La Setta, Body Puzzle), Gabriele Gori (Philippe) sembrerà votarsi alle ultime regie straight-to-video di Bruno Mattei, Leonardo Treviglio invece lavorerà addirittura con Dario Argento e Bernardo Bertolucci, per approdare infine alla nota fiction televisiva "RIS – Delitti imperfetti".
Ma la particolarità dell’opera sta soprattutto nella presenza della giovane attrice pisana Marisa Parra, successivamente divenuta nota col nome di Valentine Demy, star dell’hard tricolore perennemente impegnata nel ruolo di donna matura con fregole sessuali adolescenziali. Un film necessario per capire il definitivo deragliamento artistico che caratterizzò le produzioni cinematografiche di fine decennio, prive di idee e soffocate da un’estetica volgare e plastica, totalmente avulsa alla realtà sociale e culturale del belpaese.
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