Testamento spirituale e terz’ultimo film di Alessandro Blasetti, Io, io, io… e gli altri vanta la recitazione, e talvolta piccoli partecipazioni, della crema dei protagonisti e dei caratteristi del cinema italiano di quegli anni: Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida, De Sica, Nino Manfredi (nella clip), Walter Chiari, Silvana Mangano, Elisa Cegani, Caterina Boratto,Vittorio Caprioli, Franca Valeri, Sylva Koscina, Paolo Panelli, Salvo Randone…
La trama, per quel che è possibile delineare in un film così poco programmatico: un noto scrittore- giornalista italiano (Sandro, interpretato da un lunatico Walter Chiari) è alle prese con una nuova inchiesta da cui si aspetta molto e che eppure diffida a approfondire per la contiguità con il vizio sotto esame, un’inchiesta sull’egoismo. Inizialmente il film è un vivace e atipico docufiction, basato su un montaggio schizogeno (che forma i personaggi per scissione e distanziamento dalla trama che li comprende), presentandoceli in rassegna: sono bizzarri, generosi, appiccicosi, superbi che coi loro atti opposti testimoniano un’unica tensione: l’attaccamento feroce alla vita, e di fatti inizialmente i personaggi altro non sono che emblemi atti a confortare la sua posizione molto critica sull’egoismo.
Succede tutto nel corso di tre giorni di lavoro, in cui l’accusa muta in confessione, in cui tre diverse tipologie filmiche si avvicendano e le circostanze sono l’eco costante di rimorsi e rimpianti, bei ricordi andati e mai del tutto approdati come avremmo voluto. Blasetti sembra dirci, parafrasando una celebre frase di Gaber su Berlusconi: “non temo l’egoismo in sé, temo l’egoismo in me”. E aveva ragione, tanto che nel film sono rintracciabili quegli elementi tipici di certo renzismo contemporaneo, quel tipo di uomo che cerca l’Utile anche nell’Altro.
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