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Io l'8 tutti i giorni!

Creato il 08 marzo 2016 da Freeskipper
Io l'8 tutti i giorni!"L'utero è mio e lo gestisco io!", ieri. Oggi tutto sembra essere cambiato da quei lontani anni sessanta, persino l'utero è stato esternalizzato, appaltato, affittato, dato in comodato d'uso, abusato, occupato! Anche le femministe - che prima scendevano in piazza solo per un ammiccamento del Cavaliere - ora tacciono, ammutolite davanti alla fabbrica dei figli e all'utero dato a nolo! La Sinistra è al governo e non è più tempo di slogan e manifestazioni di piazza, bisogna pensare all'8 marzo, alla festa di stasera, prenotare la cena tra frizzi, lazzi e becere battute da osteria, e poi il gran finale: lo spogliarello del maschio con lo strappo della mutanda! Tutto quello che le ex-femministe criticavano del maschio,
oggi lo fanno pure loro, pensando che la parità voglia dire ripercorrere gli stessi errori che un tempo aborrivano. "L'utero è mio e lo affitto io", sarebbe più attuale dire dopo le recenti polemiche sulle unioni civili, la maternità surrogata e l'utero in affitto. Comunque, oggi ennesima giornata di celebrazioni e annunci per la "festa della donna", anche se continuano ad esserci forti discriminazioni tra i due sessi soprattutto nel mondo del lavoro. Un gap in Europa tra donne e uomini sia per lo stipendio e la carriera che nella scelta o meno del part-time, che aumenta con il numero di figli.  L'Italia resta però tra i Paesi 'virtuosi' per uno degli scarti salariali minori registrati tra i 28 paesi Ue, mentre si trova a metà classifica per numero di donne con figli che finiscono per scegliere di lavorare a tempo parziale. In media nella Ue una donna a pari mansioni di un uomo guadagna il 16,1% in meno (cifre 2014): i paesi che più discriminano sono Estonia (28,3%), Austria (22,9%), Repubblica ceca (22,1%), Germania (21,6%) e Slovacchia (21,1%). L'Italia è invece tra i 'primi della classe', con una differenza di stipendio tra uomo e donna solo del 6,5% terza dietro Slovenia (2,9%) e Malta (4,5%), e seguita da Polonia (7,7%), Lussemburgo (8,6%) e Belgio (9,9%). Le donne lavorano inoltre molto più part-time che gli uomini, e più hanno figli più aumentano i part-time: la media Ue registra il 20% di donne che lavorano a tempo parziale, percentuale che sale al 31,% con un figlio, a 39,2% con due e a 45,1% con tre o più. Per gli uomini, invece, è dell'8,2% per chi è senza figli, e scende a 5,1% con un figlio, 4,8% con due mentre sale a 7% con tre o più. L'Italia si colloca sopra la media Ue ma in posizione intermedia, con 27,8% per le donne senza bambini, al 35,7% con uno, al 42,1% con due e al 45,1% con tre o più. Questo quanto emerge dai dati Eurostat diffusi in occasione dell'8 marzo.

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