Magazine Diario personale

Io lo so che sono un errore

Da Iomemestessa

Viviamo in un mondo di genitori consapevoli, emuli delle Tate Lucie di ‘stocazzo, fini pedagoghi, che poi ti domandi come sia mai possibile che questi bambini invero siano di una maleducazione spesso esagerata.

Comunque, ciascuno, a casa propria, dovrebbe essere libero di fare quel che gli pare.

Cosa che vorrei poter fare pure io, senza che i citati fini pedagoghi sfrantecassero le palle.

Punto 1. La nana guarda la televisione. Più o meno quanto le pare (nei limiti del buon senso). Più o meno quello che le pare (sempre nei succitati limiti). Per quanto attiene al tempo, cotanta libertà inizialmente generò un abuso, come ovvio. Che non corressi. E infatti si corresse da sé, guardando i cartoni animati, certo, ma facendo anche molto altro. E guardandone, alla fin fine, molti meno di quanto ne guarderebbe se glieli calmierassi. C’è quel giorno che se ne spara un’ora, e quello in cui manco li chiede. Alla fine pareggia. E a noi va bene così. Per quanto attiene al cosa, sono consapevole che le Winx non siano precisamente un modello culturale. Ma se a lei piacciono le fatine vestite da strappone sulla Nomentana (Salaria ci precisa Giovol, e mi fido non solo perchè lei sta a Roma, ma perché di lei mi fido e basta) , e soprattutto, se le medesime costituiscono terreno comune su cui confrontarsi con le amichette, ce le possiamo far andare bene senza passare attraverso percorsi di autocoscienza, liberazione della donna, concettualizzazione spazio-temporale e contestualizzazione socio-culturale? No, che qua, s’avrebbe altro da fare

Punto 2. La nana, sempre lei, vede il tg. Alla faccia delle cazzo di fasce protette. Perchè se noi abbiam mezz’ora al giorno per sapere succede nel mondo, non possiamo mandarla sull’Aventino. E comunque, non c’è quasi niente che i bambini non capiscano, avendo l’accortezza di spiegarglielo. D’altronde, da tempo la nana medesima sa che ci sono le guerre, le carestie, le morti. L’altra sera, a fronte della condanna dei responsabili oggettivi della fabbrica con dipendenti (o schiavi?) cinesi, m’ha chiesto cosa fosse successo. Le ho spiegato che erano morte delle persone perchè dove lavoravano nessuno aveva fatto attenzione che tutto fosse sicuro. La sua risposta: ‘come se tu non guardassi se in ufficio è sicuro e muoiono la zia S. e la zia C. (che per lei son le zie). che brutta cosa. tu non la fai vero?’ ‘No amore.’ Fine. D’altronde la nana sa che le persone muoiono. Perchè mi hanno anche fatto osservare, finissimi pedagoghi di cui sopra, che: ‘sai dire ai bambini che le persone muoiono, li traumatizza, meglio dirgli che son partite…’ E per dove? Con un biglietto di sola andata per l’isola di ‘fanculo? Senza nemmeno salutare? Evidentemente meglio essere traumatizzati pensando di aver a che fare con uno stronzo maleducato che diceva di volerti bene che confrontarti col concetto di morte.

Punto 3. Se la nana non ha fame, per me può anche non mangiare. Anzitutto perchè mangiare sarebbe un diritto, non un obbligo. Secondo, perchè se uno sta bene, o ha già mangiato o mangerà. Tra l’altro essendo una di robusti appetiti se non mangia è proprio perchè non ha fame. Infine perchè se una ti dice che non ha fame, è inutile che poi le dai la morte menandogliela coi bambini che muoiono di fame. Se ti ha detto NON HO FAME, sei tu che hai sprecato del cibo propinandoglielo. Non lei rifiutandolo.

Punto 4. La nana è autorizzata a mangiare porcate. Nel senso che trovo ridicole certe manfrine davanti a una coca-cola, una merendina, un chupa-chupa, delle patatine. Anzi più rompi le palle, demonizzandoli, più sembreranno il frutto proibito. Ne può mangiare. Con moderazione, che sa che non fan bene, ma senza specifici diktat.

Non sto dicendo che i punti di cui sopra siano un mantra, ma sempre nell’alvo del concetto madredemmerda, posso dire che se, consapevolmente, non mi conformo, saranno ben anche affari miei. E che ne ho le palle piene del fatto che chiunque si senta in dovere di metterti in discussione, conoscendoti appena, parlando di cose che non gli competono, con cattedratica supponenza.

E sì, oggi ho un giramento di palle che dire fotonico è poco


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