Perché un altro blog?
Nel 2007 ho creato il blog di psicologia e crescita personale e da pochi mesi è nato un altro blog dedicato al mio lavoro di danza movimento terapeuta.
Ma sento la necessità di creare uno spazio più circoscritto e specifico per affrontare un tema che mi sta molto a cuore: i disturbi alimentari e l'immagine corporea femminile.
Per immagine ovviamente non intendo solo il corpo in sé, ma tutto quello che vuol dire sentirsi o non sentirsi all'altezza di un ruolo, di una situazione. Un'esperienza che pare molte, o troppe, donne vivono sulla propria pelle tutti i giorni.
Non so se si può dire che si tratti di autostima.
Forse è di più.
Sono anni di condizionamenti sociali e culturali, di aspettative degli adulti prima, e del compagno, delle amiche, dei colleghi, eccetera, dopo.
Sono anni di paura di non essere mai abbastanza, di dover dimostrare di essere la migliore, la più forte, la più bella, la più magra, la più brava.
Sono anni di angoscia all'idea di essere tutta un bluff, di essere scoperte prima o poi, per il fatto che forse, in fondo in fondo, non si vale niente e che quel lavoro lo si è avuto per caso, per fortuna, perché si è state carine con il capo.
Sono anni di lotte con la bilancia e con il frigorifero, di vestiti che devono coprire tutto o scoprire tutto per essere apprezzate, ammirate, accettate.
Io lavoro con tante ragazze di 20, 30, 40, 50 anni che portano tutte questi temi.
Spesso il disturbo alimentare urgente è solo il sintomo di tutto un mondo dove il Femminile è stato negato e censurato per tutta una vita.
Il corpo rimane ultimo baluardo dove, nell'era dell'incertezza e del precariato emotivo, ci si illude ancora di avere un qualche potere.
Il potere di trasformarlo con le diete o le abbuffate, con la chirurgia estetica, con l'attività sportiva all'eccesso, ma senza mai avere la possibilità di accoglierlo e guardarlo nella sua essenza.
Io credo nella necessità che tutte le donne possano abbracciare, possano coccolare e accarezzare il proprio corpo, svilito dalle immagini alla tv e dalle foto delle pubblicità, dove il corpo viene continuamente usato come oggetto, privandolo di senso e significato. Scindendo il corpo dalla donna. .
E' importante fare un passo indietro ed imparare ad amarlo e ridare al corpo il giusto spazio, come luogo di ascolto ed espressione delle nostre emozioni.
Il corpo come strumento per entrare in contatto con gli altri e potersi guardare finalmente allo specchio.
Io mi piaccio nasce da una discussione con una collega danza movimento terapeuta che sosteneva l'importanza di lanciare un messaggio propositivo. Io inizialmente avevo scritto un articolo sul mio blog intitolato "Io non mi piaccio", ma lei mi ha suggerito di portare l'attenzione non su ciò che c'è di negativo nell'immagine corporea, ma ciò che sarebbe giusto poter dire: Io mi piaccio!
Quindi Io mi piaccio non è un'affermazione secca e finita, ma è un percorso in divenire.
Una scoperta di se stesse.
Un viaggio dal corpo attraverso i propri sentimenti e le storie delle donne, verso l'ascolto di sé più autentico e sincero.
Allora non mi resta che dire : buon viaggio!