Io non conosco l’amore
di Anila Hanxhari

Anila Hanxhari
Io non conosco l’amore, se si affacciasse non lo riconoscerei. Per conoscerlo dovrei prendere una bella sbornia. Il fatto che non bevo, non giova all’amore. Ho un amore con vista su strada per tenere sottocontrollo la luce, prima che suoni la campana. Un amore con occhi speciali che tiene gli orsi mobilizzati per ore: poi, cosa farne degli occhi, che pascolano nei tramonti disincantati? Un amore con le ore a filo spinato dove non si gioca: mi ami o non mi ami, ma ci sono o non ci sono; e al diavolo il coraggio e la buonafede, io che credo di vivere secondo il mio ordine di volontà, ma non so se rischio la libertà mentendo solo a me stessa.
“Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più libertaria del reame?
“Ancora tu”, risponde lo specchio.
Allora sorrido, aggiusto la camicia azzurra, mangio il mio cioccolatino preferito ed entro nel gioco mascherato della celebrità, dove il miglior amico sono io. Mi rimane un po’ di rammarico per aver lasciato nel giardino con filo spinato quella ragazzina che mangiava pane integrale e orgoglio con l’urgenza della verità, che al ballo in maschera si presenta senza, vestita solo dei suoi occhi da cerbiatta che fanno l’amore dappertutto, che condannano e assolvono nel nome del bene, e amen. E chi è lei per me? Per ora è solo un pensiero.