A proposito della legge Bossi – Fini sulla disciplina dell’immigrazione, così si è espresso il deputato e capogruppo Cinque Stelle alla Camera Alessio Villarosa:
“Il Parlamento è diviso per commissioni. Ognuno ha le sue competenze. Visto che non è un argomento in discussione in questo momento in Aula, non è di mia competenza. Io non conosco tutti i temi del mondo. C’è una commissione giustizia che si sta occupando probabilmente anche di questo tema. Io li chiamo e vi faccio spiegare qual è la posizione del Movimento Cinque Stelle”.
L’intervento è assolutamente significativo, in particolare, sotto due profili, uno politico-sociologico e l’altro semantico-propagandistico; se, infatti, da un lato il Villarosa palesa e dimostra tutta la drammatica impreparazione e la mancanza di collegialità ed autonomia individuale all’interno del monolite politico di Grillo, sempre più simile ad un circuito chiuso orwelliano (“li chiamo e vi faccio spiegare qual è la posizione del Movimento Cinque Stelle”), dall’altro il tentativo è quello di suggerire, ancora una volta, l’idea di alterità del M5S rispetto alle piattaforme politiche “tradizionali” . Non posso conoscere tutto perché non ho tempo da perdere come gli intellettuali poltroni, perché devo lavorare. In questo caso, essendo deputato, per il Paese e per il collettivo. Questo è, stricto sensu, lo stilema di Villarosa, lo stesso di qualsiasi partito/fenomeno catalizzatore il voto di protesta e a propulsione demagogico-populistica, dal primo Fascismo, ai fratelli Scotti, a Giannini, alla Lega. E’ l’ “everyman” che si vuol intercettare, perché è l’ “everyman” la porzione più sostanziosa del segmento elettorale. Pertanto, lo scopo è quello di bisbigliargli vicinanza, similarità, contiguità, attraverso codici informali ed anticonvenzionali che spaziano dal linguaggio all’estetica (la canottiera di Bossi, il petto nudo del Duce trebbiatore, ecc). Finché il popolo non farà campo libero da questo equivoco, sarà difficile una maturazione culturale ed un’evoluzione politica per il Paese; quella che è l’ottava economia mondiale e la terza continentale, infatti, non ha bisogno di uomini della strada, ma di tecnici sofisticati ed evoluti, di elitarismo qualificato e non di rutilanti e improduttive oclocrazie
P.s: sulle ultime (e studiate) gaffes di Vito Crimi, Felice Marra ha per l’appunto avuto modo di affermare che “Vito Crimi mi piace perché ogni tanto si dimentica di essere parlamentare e si comporta come se fosse un cittadino qualunque”. Ma chi governa non deve essere un “cittadino qualunque”, come ai tempi delle gabelle sulla frutta e sulla farina. “Viva ‘o Rre ‘e Spagna, mora ‘o malgoverno” non porta lontano.