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Io non ho paura

Creato il 02 maggio 2011 da Lamagadioz

Non spaventatevi dal titolo. Non fate come me che appena ho letto il titolo dell’articolo “L’evoluzione insegna l’ottimismo ragionevole” pubblicato su La Stampa qualche giorno fa, ho avuto come prima reazione quella di passare oltre e proseguire la lettura di più leggere argomentazioni.

Ma appena ho voltato pagina mi si è come accesa una lampadina: vuoi vedere che non parlano solo di scimmie allegre  ed evolute ma pure di qualco’saltro in quel pezzo?

E infatti….altro che scimmie.

Oddio, poverelle, loro non hanno colpa. Hanno il merito di averci preceduto nella scala evolutiva, ma io non ho ancora capito se siamo noi quelli evoluti o loro.

:-D

Anyway…torniamo all’articolo. Torniamo a noi, signori e signore. E al pessimismo dilagante che ormai accompagna la nostra vita, ogni singolo giorno. Ci alziamo con la luna storta o  il piede sbagliato (scegliete voi), proseguiamo la nostra giornata aspettandoci il peggio da tutto e da tutti, la televisione non fa altro che gettare benzina sul fuoco perché a quanto pare esistono solo le brutte notizie e così non vediamo l’ora di finire la giornata e addormentarci.

Ok, questa è forse una caricatura in negativo, ma non è poi così sbagliata, giusto?

Quell’articolo non parlava di scimmie. Parlava di ottimismo, di un ragionevole ottimismo dato dall’evoluzione.

Ehhhh? Direte voi…

Quando ci guardiamo intorno, cosa vediamo? Precariato, crisi economica, valori sociali azzerati, politici corrotti, costo della vita alle stelle…… la macchina che non funziona, la madre che non ti capisce, il capo che fa lo stronzo, il ragazzo che non ti chiama, la ragazza che rompe, il marito assente, la moglie opprimente….. il telefonino che non prende e ti incazzi e ci urli contro anche se lui non ne può nulla se non c’è campo….

Insomma, ci lamentiamo per le grandi cose che non funzionano come per le piccole. E abbiamo dimenticato del tutto le cose belle. Abbiamo dimenticato che le cose positive accadono ogni giorno, ogni ora. Che le belle notizie esistono. Che in mezzo a noi ci sono anche persone buone, che non tutti si alzano al mattino con l’intento di fregarti ma magari c’è anche qualcuno che non vede l’ora di darti una mano….e magari se sei paziente e cambi meccanico poi la macchina riprende a funzionare, se sei paziente inizi a capire tua madre e lei inizia a capire te..il capo sembra meno stronzo, il cellulare continuerà a non prendere perchè che io sappia la pazienza non genera campi di ricezione ma fa niente…e per quello che riguarda il ragazzo che non chiama, con tanta pazienza te ne troverai un altro, tranquilla. Per la ragazza che rompe…non posso esprimermi…

:-D

La pazienza di cui parlo non è un semplice stare zitti, respirare a fondo, contare fino a mille (un tempo bastava contare fino a dieci ma siamo talmente stressati che abbiamo perso pure quel lusso) fare spallucce e guardare avanti.

La pazienza è prendersi un attimo di tempo e riflettere su quello che abbiamo e il periodo storico che stiamo vivendo.

Perchè secondo quel famoso articolo che ho citato in apertura…gran parte dell’umanità oggi vive meglio che in qualsiasi epoca passata.

Non è una bufala. E’ tutto vero e documentato.

E noi facciamo parte di quell’umanità anche se non ce ne rendiamo conto. Studiosi, sociologi, scienziati come Matt Ridley che ha recentemente pubblicato The Rational Optimist (Harper Collins) che presto mi comprerò….tutti invitano a guardare al futuro con un ragionevole ottimismo, perché l’epoca che stiamo vivendo è la migliore possibile (fino ad oggi ovviamente).

Uno può rispondermi: vai al diavolo te, Ridley e tutti gli ottimisti, io non ho un lavoro, sono precario, guadagno niente, c’ho un mutuo….che vita di m…altro che evoluzione ottimista!

Vero….posso solo condividere questa affermazione.

Però a guardare il sistema dall’alto e non dal basso, come facciamo noi, le cose positive si notano di più: l’aspettativa di vita è aumentata, si curano molte più malattie, ci sono più confort, la tecnologia ha raggiunto livelli inimmaginabili rendendo migliore la vita di chi può usufruirne. Anche il numero degli omicidi è diminuito. Per non parlare delle guerre. E, che ci crediate o no (non lo dico io, lo dicono gli studiosi) anche i soprusi politici sono diminuiti. Oggi ci sono più democrazie, più diritti riconosciuti. La strada è ancora lunga, certo, ma negli ultimi cento anni l’umanità ha fatto passi da gigante. In avanti, non indietro.

Il fatto poi di comunicare istantaneamente le proprie idee con il mondo intero è destinato a migliorare per forza la vita delle persone. Tipo questo post che sto scrivendo adesso e tra un minuto leggerete…questo post di sicuro vi migliorerà la vita!

:-D

Pensate a quando c’erano solo i telefoni fissi…pensateci un attimo…. da paura, eh? Roba giurassica…roba che mi togliessero adesso l’Iphone potrei piangere giorni interi e avere paura a uscire di casa…che senso ha la mia vita senza l’Iphone?

:-D

Chi mi dice che negli anni 60-70 si stava meglio, non dice tutta la verità. C’era il boom è vero, ma la gente si accontentava anche di più. Non c’erano tutti i vizi e stravizi a cui la società ci ha oggi abituato, si facevano comunque sacrifici, boom economico o meno. Si viveva bene con uno stipendio perché non c’erano tutte le esigenze che abbiamo oggi. Telefonino, macchina nuova, cene fuori, vestiti firmati. Io mi guardo in giro ogni mattina e non vedo che macchine nuove…l’unico cesso di auto ce l’ho io porca miseria!

In Australia hanno dei catorci in confronto…qui invece siamo tutti signori. Almeno in macchina.

E stiamo male?

E’ vero che gli omicidi e le guerre, poche o tante che siano, offuscano qualsiasi visione ottimistica. Ma come ho detto prima, il numero degli omicidi è in costante discesa e, pensate, il decennio appena finito è stato quello con meno morti.

Pazzesco eh? Eppure tanti si svegliano ogni mattina pensando “ma in che mondo di m…vivo?”.

Ecco, io ho deciso di smetterla di pensarla così. Guardo la televisione e quando sento brutte notizie (cioè quasi sempre) cambio o spengo. Sento la mia famiglia che si lamenta (ed essendo una famiglia ligure, visto che noi liguri abbiamo il lamento incorporato nel dna fin dalla nascita, potete immaginare che cosa mi tocca sentire…) e me ne vado.

Oppure, come ho fatto domenica scorsa, quando mia madre si è spaventata alla notizia che Gheddafi voleva dichiarare guerra all’Italia…mi sono arrabbiata. Io che sono un essere che pensa pure quando dorme, le ho chiesto di smetterla di pensare, di seguire quella linea di pensiero che i media inculcano, la linea del terrore, dell’allarmismo, del pessimismo dilagante ed opprimente.

Le ho detto che se anche andrà male, se anche saremo in guerra, io me ne frego. Letteralmente.

Io non ci sto a farmi schiacciare da questo pessimismo a tutti i costi. Io ci voglio credere che il mio mondo non fa poi così schifo, che può migliorare ma che è certamente migliore del passato.

Non è perfetto, ma è perfettibile.

Parto da questo e provo a migliorare la mia vita. Provo ad alzarmi ogni mattina con il piede giusto o la luna dritta, provo a sorridere a chi incontro per strada pure se non mi degna di uno sguardo.

Stringo i denti e penso che ce la posso fare. E non lo faccio nonostante tutto il male del mondo. Ma, semmai, in virtù del bene che c’è.

Bisogna imparare a guardare il mondo dall’alto, dal punto dove si vede il quadro generale, il brutto e il bello…e si tirano meglio le somme.

E secondo me ce n’è tanto, solo che non ce ne rendiamo conto. lo avreste mai detto, sentendo la tv e leggendo i giornali, che quella che viviamo oggi è l’epoca migliore per buona parte dell’umanità?

Certo che no. Le notizie brutte vendono di più, viaggiano più in fretta, colpiscono subito, fanno più male. E non si dimenticano facilmente.

Ma questo non vuol dire che le belle notizie non esistono. Io le voglio iniziare a cercare. E voglio essere una di loro.

La società può continuare a urlare che tutto sta finendo, che siamo andati oltre il punto di non ritorno, che ormai tutto è perduto e nulla cambierà.

Che faccia pure. Io non la seguo. Io guardo il mondo dall’alto oggi.

E non ho paura di quello che vedo.

La Maga ottimista


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