Magazine Diario personale

Io non uccido

Creato il 18 luglio 2012 da Lollo

Nelle occasioni speciali, quelle che contano, quelle in cui le signore sfoggiano il filo di perle e i signori l’orologio da taschino, io faccio lavare e stirare la mia camicia di lino bianco, inforco l’occhiale da sole e porto lo spumante.Presenzio alla laurea di una persona che supporto (e sopporto) quotidianamente.Stringo mani a parenti, faccio il fotografo, porto la corona d’alloro e addirittura cucino.CUCINO.Voce del verbo CUCINARE.Nel mio dizionario questo verbo della I coniugazione non esiste, o meglio, non esiste la prima persona singolare, sono gli altri ad essere dediti all’azione, io ignoro, aborro e non condivido questo passatempo.Mai e poi mai qualcuno alle cene in comunità ha osato dire “Allora io faccio la pizza, tu fai la torta salata” perché il procedimento con cui dal nulla si arrivi a mangiare la torta salata mi è totalmente sconosciuto.Io sono quello che porta le patatine nel sacchettone in offerta.L’amico che alla porta ti saluta con un bacio e dice “Ho preso il vino che ci piace”.Quello che sta zitto quando si parla di ricette e che invece conversa quando l’argomento intavolato prevede le parole “ciclo”, “mestruo”, “mal di pancia” “dolori premestruali”.Il 17 Luglio 2012 è il giorno in cui qualcuno si è laureato in “------ e produzione del verde”.Il 17 Luglio 2012 è il giorno in cui il sottoscritto si è presentato a casa di quel qualcuno con un tiramisù fatto in casa.FATTO IN CASA.HOME MADE.LOLLO MADE.Capito? Io l’ho fatto, io l’ho forgiato con le mie stanche mani, io l’ho accudito come un figlio nella speranza che crescesse senza essere velenoso.Sì, perché il pomeriggio prima io, essere di grande prestigio sociale, sono volontariamente entrato in quel vano chiamato cucina e ho deciso che avrei elaborato la ricetta del tiramisù senza l’aiuto di nessuno.Anche perché l’unica persona che al momento poteva aiutarmi era mia madre che inerme giaceva davanti ai film di Rosemunde Pilcher e che non aveva nessuna intenzione di aiutare un figlio in difficoltà.D’altronde come biasimarla, la ricca signora protagonista del film, immersa in 20mila metri quadri di castello, si stava innamorando del giardiniere spiantato perché il marito la trascurava.UN DRAMMA ESISTENZIALE.

Leggo attentamente la ricetta scritta da un’entusiasta blogger di cucina tutta cuori e sorrisi, per essere sicuro cerco anche delle immagini dei vari procedimenti.“Mamma, gli albumi sono quelli bianchi e i tuorli quelli rossi?” chiedo impaurito.“Shhhhhh”. La ricca signora stava litigando con il marito trascuratore che però era un multimilionario che le lasciava coltivare ettari di rose senza tagliarle i fondi.Faccio da solo e al momento di montare i bianchi ho un attimo di panico.Non so nemmeno come si impugna quel coso elettrico che ribolle i liquidi (tutto chiaro eh?) e poi schizzo ovunque, ci metto anche il sale perché l’ho letto da qualche parte ma non so dove. Un casino.Inzuppo i savoiardi nel caffè bollente, mi vengono le unghie gialle e sembra che la crema non basti a ricoprire tutto. Ci butto sopra quintali di cacao.Lo ripongo nel frigo e lo osservo.Il giorno dopo, il fatidico giorno della laurea, lo porgo al destinatario e insieme lo assaggiamo.Non sembra ci siano batteri, l’odore non è sgradevole e al sapore segue un grande entusiasmo, improvviso un sorriso da cuoco orgoglioso.HO CUCINATO QUALCOSA DI COMMESTIBILE.
Certo, gli effetti collaterali si possono manifestare sul nostro organismo qualche giorno dopo, per questo mi sono affrettato a scrivere, così in caso una spaventosa dissenteria ci cogliesse prossimamente voi non lo saprete e manterrete il ricordo del mio fantastico tiramisù. Mi sento una persona migliore, non trovate?Uno si sveglia la mattina, felice, sorridente e allegro come Biancaneve durante le pulizie a casa dei nani, e si cimenta in un esperimento ben riuscito.Incredibile.Ho un alter ego.Da una parte il fischiettante creatore di gustosissimi tiramisù al caffè (?), dall’altra l’arcigno MA CHI TE SE FILA che su Twitter interpreta cacate in 140 caratteri.Ora poi che ho cambiato la foto profilo sembro ancora più:-Enzo Miccio quando sentenzia “Le infradito di gomma con la zeppa ti sembrano legali?”-Valentino Garavani quando guarda le collezioni di Dolce e Gabbana-Una checca inacidita alla fermata del tram che assiste ad uno shooting (?) di qualche presunto giornalista di moda.

IO NON UCCIDO

La foto incriminata


Ora mollo giù la scorta di mascarpone e mi do al taglio dei capelli.Eh sì. Mia madre mi ha anche detto che “dovrei” farlo perché sto meglio rasato.Rasato è un modo alternativo di dire pelato.Come “collaboratore domestico” sta per schiavo.STESSA DINAMICA.Ora che finalmente Jude Law ha ammesso che sta perdendo i capelli e si è rasato quasi a zero posso farlo anche io in quanto suo sosia ufficiale del Sud Milano. Poi emigro in Sicilia arrivando a Palermo come Donna Franca Florio e porto un Panama Borsalino per tutta l’estate.Non dovrete chiedermi il motivo.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine