Continuano i miei esperimenti sulla psiche, il comportamento e le abitudini umane.
Sempre durante i miei continui spostamenti (no, non voglio e mi rifiuto di auto nominarmi pendolare), sono a confrontarmi con le più svariate tipologie. Dopo "l'adolescentus sputacchius" vado a confrontarmi con uno dei peggiori esemplari sul mercato: "l'Imbranatus veicularis".
Si tratta di quel soggetto che essendo poco abituato ad usufruire del proprio mezzo, produce effetti devastanti sul traffico cittadino quando decide di guidare. Premettendo che devo comunque mettermi una mano sul petto e proclamare il mio ritardo cronico, per la solita e scontata legge di Murphy, più hai fretta e più incontri i suddetti imbranati.
Si materializzano all'improvviso e ti si piazzano davanti. Donne, ma anche uomini ( quelli con cappello sono i più pericolosi in assoluto) che, con il loro sedile tutto in avanti, procedono a passo così lento che pure le formiche per terra li superano facendo loro il dito medio. Nonostante tutti i vari strombazzamenti e luci abbaglianti continuano imperterriti nel loro tragitto verso la stazione,non accorgendosi peraltro della coda kilometrica che hanno formato in città, manco fossimo alla barriera di Assago all'ora di punta. Siamo a Voghera, dannazione!!
Procedendo ( gli uomini con mani tra le gambe, e le donne toccando ferro, sperando che il macapitato non inchiodi di colpo al semaforo), si arriva finalmente in stazione. Pare finito l'incubo? Ovviamente no, perché il passeggero scende dalla macchina e inizia a intralciare il traffico pure una volta sul binario. Con movimenti da bradipo si avvicina alla porta, non accorgendosi della gente dietro che spinge per entrare e trovare un posto a sedere che, in giornate come questa, con una carrozza in meno, diventa peggio di un miraggio del deserto.
Purtroppo la natura umana non ha ancora fatto la dovuta selezione naturale, e ci dobbiamo portar dietro questi pesi morti quasi ogni mattina.
Magazine Talenti
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