Ci sono scrittori che – pur autori soprattutto di un libro (come appunto Tom Wolfe e il suo Falò delle vanità) – riescono comunque a esprimersi anche nelle altre prove a gran livelli di qualità. E’ il caso di Io sono Charlotte Simmons, accolto in maniera relativamente tiepida (e non solo in Italia – dove la peculiare natura della critica politica sottesa alle lobbies dei grandi Colleges non può che sfuggire a un paese che nulla sa, e nulla investe, nel periodo di formazione e indipendenza dalla famiglia rappresentato dagli studi universitari) e che invece rivela tutti i caratteri del classico romanzo di inchiesta, all’interno del New Journalism tanto amato dal suo autore.
Romanzo quasi corale, a quattro punti di vista, descrive il primo semestre in una prestigiosa università Ivy League della giovane provinciale da cui il libro prende il titolo, studentessa intelligentissima e modello (un misto singolare di Joey Potter e Rory Gilmore) alla quale l’origine periferica ha lasciato una completa ignoranza (quasi fobica) delle cose della vita. Il suo arrivo alla (fittizia) università Dupont coincide dunque con una perdita dell’innocenza a più livelli, che passa attraverso la canonica (e traumatica) prima volta, ma si insinua in realtà in maniera ben più profonda nell’immagine di sé che la giovane protagonista tende ad (auto) rappresentare. Il suo punto di vista, nitido, ma (dunque) forzatamente manchevole, si integra con quello degli altri tre protagonisti(tutti maschi) che con Charlotte entreranno più o meno casualmente in relazione. Se di tutti e quattro gli sguardi il lettore condivide la stessa focalizzazione interna, a Charlotte resta il privilegio di una certa (anche questa autoconsegnatasi) onniscienza morale. Al termine del percorso, dunque, quando Charlotte si riscopre ben diversa dal suo ambiente di origine, che l’ha persa definitivamente, formattata e cambiata dal mondo della fittizia onnipotenza universitaria, il lettore può chiedersi, per la prima e unica volta, se vuole continuare a condividere un’identificazione con la protagonista richiesta allusivamente fin dal titolo. O se invece, alla fine, anche su quel mondo, non sia meglio (da lettore parzialmente onnisciente) lasciar calare il sipario.
Ovviamente, anche oggi è Venerdì del libro di Homemademamma.