Io sono Gay di Salvatore Savasta, autore che ho già avuto modo di conoscere e segnalare in passato, che si muove molto bene nel mondo sociale, che sa attirare sulle sue opere la giusta attenzione, senza tuttavia invadere troppo la buona comunicazione.
Sinossi:
Un Diario, com'è solito per lo stile di questo artista da poco affacciato al palcoscenico della letteratura italiana, che racconta un problema contemporaneo.Un ragazzo, nel pieno dell'adolescenza, dovrà affrontare un temibile rompicapo: comprendere la propria sessualità.Tra dottrine cristiane, società retrograde e controversie familiari, lotterà contro le sue stesse pulsioni prima di dichiararsi consapevolmente omosessuale.Fino all'ultima riga, il romanzo lascerà libera interpretazione di se stesso. Ogni lettore sarà spinto a trovare le risposte che preferisce, senza che queste possano essere considerati come verità universali.
"Mi sentivo sbagliato e non vedevo l’ora che quella serata avesse fine. Ero un uomo abominevole, un aborto. Mi sentivo stranissimo. Ma non riuscivo a pentirmene. Mi era piaciuto. Per questo mi odiavo. Stavo bene, libero di essere me stesso. Uno schifoso frocio di merda."
Descrizione dell’opera
Ambientata in Sicilia, l’opera è scritta in forma di diario. Il protagonista è Andrew, un ragazzo di 24 anni che inizia a conoscere la propria sessualità all’interno di un contesto familiare e sociale chiuso e legato ai valori cristiani. Il racconto ha inizio in una camera di ospedale, dove Andrew si trova dopo due mesi di coma, a causa dei quali ha perso completamente la memoria. Insieme a lui e ai suoi racconti quotidiani conosciamo i suoi genitori adottivi, le sue relazioni omosessuali ed eterosessuali, le ricadute nell’alcol e la sua disperata ricerca della felicità. Attraverso le pagine del diario impariamo a conoscere la difficoltà del protagonista nell’accettare e nel fare accettare la propria bisessualità, scopriamo luoghi reali e virtuali della sottocultura gay ed emerge come ancora oggi siamo troppo legati ai pregiudizi e agli stereotipi.Estratto dell'opera
"Entrato in bagno, mi spogliai e gettai tutti gli abiti dentro un sacchetto di plastica. Mentre mi radevo, sentii aprire la porta. Istintivamente feci il gesto di coprirmi e Johnny sorrise. Entrato, si denudò e s’immerse nella vasca per lavarsi. Il lavandino era a meno di mezzo metro dalla vasca da bagno. Non potevo non guardarlo. La nostra cultura è ossessionata dal corpo nudo, lo vede e lo cerca dappertutto, dalla pubblicità della pastasciutta alla copertina di un settimanale di politica e attualità. Io avevo davanti un corpo perfetto: giovane, bello, sano, depilato, abbronzato e palestrato. Non riuscivo a rimanere indifferente."