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“Io sono il messaggero” di Markus Zusak: il potere delle carte da gioco

Creato il 09 aprile 2015 da Alessiamocci

Questo è il titolo del nuovo romanzo di Makus Zurak, giunto al successo con Storia di una ladra di libri, libro riedito con il nome del film uscito nelle sale cinematografiche lo scorso anno. In origine tutti e due i romanzi di questo giovane scrittore hanno avuto due titoli diversi da quelli con i quali sono diventati famosi.

Storia di una bambina che salvava i libri, il primo, con il quale si allude ai roghi di libri fatti dai tedeschi con quelli che ritenevano pericolosi, come quelli scritti da ebrei o da comunisti, ma è un titolo che devia dalla trama principale perché Liesel, la protagonista, ne salva uno solo dalle fiamme. Essendo uscito il film con il titolo originale, anche il romanzo ha riavuto il suo nome antico.

Io sono il messaggero è la riedizione del libro di Markus Zusak La quinta carta, alludendo a un gioco di carte  fatto con i quattro assi e un jolly, che vengono distribuiti da settembre a dicembre al personaggio di Ed Kennedy, un ragazzo normale, che vive da solo con il suo cane  soprannominato Il Portinaio. Ritchie, Maru e Audrey sono i suoi tre amici. Tassista di professione fino al giorno in cui aiuta la polizia a catturare un rapinatore alla banca e diventa un eroe. Da quel momento cominciano ad arrivargli degli strani messaggi scritti su carte da gioco: dall’asso di quadri fino a quello di cuori e infine al jolly. Su ogni carta, a seconda dei semi, ci sono degli strani gesti o imprese: suo compito è aspettare e guardare. Come ad esempio far credere ad una signora anziana che il suo fidanzato è tornato, si fingerà lui per qualche ora e le leggerà anche il suo libro preferito Cime Tempestose. O dovrà intervenire su un padre che arriva ubriaco a casa la sera, spaventando la moglie e la figlia. O incoraggiando a correre una ragazza talentuosa come Sophie. Questi sono i problemi da risolvere con la prima carta.

Arriveranno le altre. L’asso di fiori che Ed deve trovare recitando una preghiera sulle pietre di casa, dove troverà scritto tre nomi che imparerà a memoria. E che lo porteranno a conoscere altri personaggi. Come padre Thomas o’Reilly, che aiuterà a riempire la sua chiesa, durante la messa domenicale. O una mamma con tanti bambini che le chiedono sempre di comprarglielo e che lei mai per sé riesce a prenderlo. O una scazzottata con i fratelli Rose per permettergli di far pace tra loro.

La terza carta: l’asso di picche. La più dura per Ed. Nel frattempo l’autore ci fa assistere alla partita delle Mazzate a cui Maru tiene tanto, che vuole vincere insieme ai suoi amici. Proprio grazie ad Ed la partita è vinta. Arrivano le persone che dovrà incontrare per l’asso di picche: Grahan Greene, Morris West e Sylvia Plath. Sono scrittori che hanno scritto tanti capolavori e proprio da ognuno di loro Ed dovrà trovare la strada per le prossime avventure.

Una famiglia polinesiana che renderà felici con le luci  natalizie. Un ristorante dove incontrerà la madre e la scoprirà come donna. Fino ad arrivare al cinema di Bell Street, che ricorda  quello del film di Nuovo Cinema Paradiso. Questo ha un solo proprietario che programma due spettacoli al giorno, ma durante i quali si addormenta. Sarà Ed ad incoraggiarlo. Ma anche ne riceverà aiuto e beneficio.

È l’ora di affrontare l’asso di cuori. Quello che riguarda sé e i suoi amici. Scoprirà che al suo amico Maru è stato tenuto nascosto il fatto di essere diventato padre di una bambina dai genitori della sua ragazza, che Ritchie deve trovare la sua strada. E che anche Audrey, la ragazza di cui Ed è segretamente innamorato, deve capire chi realmente vuole accanto a sé se Ed o il suo storico fidanzato Simon.

Ma chi è il regista o il burattinaio di questa storia? È il Jolly, il ladro preso all’inizio, che, scontati i sei mesi di carcere, vuole vincere una scommessa con se stesso: trasformare una persona normale in eroe. È questo il  messaggio di Markus Zuras: tutti si devono sentire eroi e devono affrontare la vita come un gioco, maturando fiducia in se stessi e in chi li circonda.

Se uno come te può arrivare ad agire così con quelle persone, allora forse può riuscire chiunque. Forse tutti possono vivere al di là delle proprie capacità. Ed è allora che capisco. È chiaro che è un momento bellissimo e insieme dolce e crudele. Dico quello che sto dicendo a voi. Io non sono affatto il messaggero. Sono il messaggio.

 

Written by Maria Romagnoli Polidori

 


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