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E sembra davvero difficile imbrigliare un dio capriccioso e invisibile, che si cela e insieme erompe proprio nella sua potenza, che non so quanto sia catartica, ma senz'altro è titanica e lascia dietro di sé macerie che poi sta all'uomo ricomporre in un percorso di senso. Io sono l'amore (2009), titolo impegnativo di Luca Guadagnino, è uno di quei film che al cinema sono durati poco e mi sono perso con gran dispiacere. Vi si racconta la storia di Emma (Tilda Swinton, la ragione per la quale ho visto e rivedrei questo film), bella moglie del ricco Tancredi Recchi (Pippo Delbono), nonché madre di Elisabetta (Alba Rohrwacher), Gianluca (Mattia Zaccaro) e soprattutto Edoardo (Flavio Parenti), coerede dell'impresa tessile del nonno Edoardo Sr. (Gabriele Ferzetti). Il giovane imprenditore una sera presenta in famiglia un amico cuoco, Antonio (Edoardo Gabbriellini), che entra nella vita della famiglia Recchi, e nel corpo di Emma, per non uscirne più.
Io sono l'amore è un film insieme algido e problematico, a partire dalla stessa dizione italiana della Swinton, francamente inverosimile, soprattutto se le si attribuisce un'origine russa. Non si può dire che Guadagnino si limiti a raccontare una storia, perché riprese in presa diretta e montaggio tendono piuttosto allo slancio lirico e alla suggestione. Il brusio e i rumori di fondo, uniti all'eco naturale del set, giocano a favore di svolazzi impressionistici che un po' disturbano la comprensione delle vicende, anche perché certe scene sono molto, troppo brevi, altre quasi del tutto mute, con il risultato di evocare dal mondo interiore dello spettatore, più che di scolpire per la telecamera. I personaggi sono chiari e ben delineati, si capisce bene chi racconti Io sono l'amore, quello che non mi è chiaro è cosa ne dica?
Parla della ricca e italianissima borghesia milanese - agiata, sì, ma anche raffinata e aristocratica nei modi e nelle aspirazioni, annidata in una casa splendida e nei circoli economici più agiati - o della sua decadenza? E quest'eventuale decadenza è radicale e ineluttabile o una catena di eventi isolati? C'è un ritratto di una società oppure Guadagnino racconta una storia e basta? Non saprei, a dire il vero, Io sono l'amore spiazza e scoraggia l'entusiasmo, eppure mi ha sedotto: per i suoi particolari visivi, certe intuizioni poetiche, certe espressioni. certe idee. Si appanna il quadro d'insieme, ma brillano i dettagli come piccole, intime gemme.
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