Magazine Cinema

Io sono l’amore – la recensione di Sandro

Creato il 14 luglio 2010 da Soloparolesparse

Sandro ci racconta Io sono l’amore di Luca Guadagnino.
Se anche tu vuoi inviare una tua recensione per vederla pubblicata su queste pagine, non ti rimane che scrivermi.

Io sono l’amore – la recensione di Sandro

Emma e Tancredi sono una coppia dell’alta borghesia lombarda, vivono in una lussuosa villa a Milano con i loro figli: Elisabetta, Edoardo e Gianluca, che è il prediletto del padre e colui che, nei desideri di quest’ultimo, dovrebbe prendere il suo posto in azienda. Il rapporto tra Emma e Tancredi è privo di ogni sentimento, la scena madre di questa totale assenza di sentimenti la si vedrà alla fine.

Edoardo, che agli occhi del padre è deludente ed inconcludente, ma è il prediletto della madre, decide di rilevare un ristorante con il suo amico chef Antonio. Questi con i suoi piatti, e col suo savoir faire, riuscirà a far fremere Emma e non solo, facendola risentire viva ed amata come non avviene più, o forse non è mai avvenuto, da parte del marito. Elisabetta (Alba Rohrwacher) va a Londra a vivere con la ragazza con la quale si è fidanzata, ma della quale nessuno eccetto la mamma sa nulla. Neanche il fidanzato un po’ grottesco un po’ penoso che è a Milano in cerca di risposte

Alla morte del nonno, Edoardo comincia a rendere ancora più manifesto il proprio disaccordo con il padre ed il fratello sulla diversa idea di gestione della società, manifestando in questo modo anche tutto il suo attaccamento al nonno, attaccamento da quest’ultimo ricambiato in vita. La tragedia, tuttavia, è in agguato allorquando Edoardo scopre, anche se i passaggi in questa fase sono un po’ superficiali, della relazione tra la madre ed Antonio affrontandola in piscina durante un’importante cena. Come accennato, la tragedia, che non vi anticipo, pone dinanzi agli occhi di Emma tutto il disamore ed anche lo squallore di Tancredi nei confronti di lei e del figlio.

Da parte mia ho apprezzato rivedere Gabriele Ferzetti, ma del film non ho apprezzato la lunghezza: il film dura due ore e verso gli ultimi 30-40 minuti di tanto in tanto ci si chiede quanto manca ancora in quanto assume la consistenza del polpettone. Per la quantità dei contenuti trattati alcuni passaggi nella seconda parte sembrano troppo rapidi e superficiali, forse il film poteva essere bilanciato meglio, e durare meno: chi legge le mie recensioni sa che oltre i 90-100 minuti comincio a sospettare che un film non meriti di essere visto tutto.

Tancredi, se vogliamo, è un mediocre ipocrita formale travestito da borghese, e sulla stessa strada si avvia il figlio Gianluca più per convenienza che per convinzione. Vi avverto che vi risulteranno con tutta probabilità, specie il primo, estremamente antipatici.

Emma sembra in un carcere d’oro, rinchiusa in un personaggio dal quale vorrebbe sinceramente uscire, stanca di finte formalità e di ipocrisie. Su questa falsariga il lato femminile della famiglia, la nonna e la figlia Elisabetta, a anche il nonno ed Edoardo.

Sembra quasi che per tutta una serie di peripezie il lato degenere e minoritario riesca a prendere il sopravvento in famiglia e nella gestione dell’azienda. Vi consiglio di godervi i paesaggi liguri, i quali sono degni di nota: appropriatevi dei colori e dei profumi, se riuscite ad immaginarli al cinema.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :