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“Io sono te” o della genialità di uno stronzo

Creato il 09 ottobre 2015 da Basettona

Backstrom è una serie statunitense dalla vita brevissima, trasmessa da FoxCrime in Italia (praticamente in contemporanea con gli Stati Uniti) e sospesa dopo la prima e ad oggi unica stagione prodotta a causa dei suoi bassi ascolti.
Backstrom team

Il protagonista principale, Everett Backstrom, si può ragionevolmente e senza paura di offendere, definire uno stronzo, nel senso più popolare del termine; è un detective geniale perché riesce ad immedesimarsi nei suoi sospettati grazie alla sua formula magica, ovvero quello’ “io sono te” che gli consente di seguirne i percorsi mentali alla perfezione, ma fuori dalla formuletta è un uomo solo, politicamente scorretto, misogino fino all’ineverosimile, ubriacone, irrispettoso, con enormi problemi di relazione sia negli affetti personali che nell’ambiente di lavoro. Per peggiorare la sua situazione veste un terrificante impermeabile rosso a forma di poncho e fuma il sigaro praticamente ovunque.. 

Everett Backstrom (Rainn Wilson)

Nonostante tutto questo, o più probabilmente proprio grazie a tutto questo, il personaggio è interessante, umano e a volte persino commovente nella sua caricaturale rappresentazione.

Lo segue un medico indiano, a cui il tenente non manca mai di dimostrare il suo disprezzo e che cerca, probabilmente più per fedeltà al giuramento di Ippocrate che altro di salvarlo dalla sua incapacità di trattarsi bene; vive sotto il suo stesso tetto un giovanotto, Gregory Valentine, che gli somiglia in modo quasi imbarazzante nei modi ma che è quanto di più lontano dalla legalità si possa immaginare, seppure non propriamente disonesto.

Il suo team è fatto di tanti piccoli pezzi di umanità varia che costruiscono una realtà se non proprio credibile quantomeno accettabile.. si va dal braccio destro Gravely, giovane e determinata a rispettare le regole quanto Backstrom è destinato ad infrangerle, al criminologo sempre in ordine e ben vestito Niedermayer, capace di trasformare le tracce in ricostruzioni strutturate e sensate degli avvenimenti, passando per l’agente Moto, corpulento agente in divisa che sogna di diventare detective per finire con Almond, detective e prete part-time, che sostiene il suo tenente anche quando avrebbe voglia di no.

La serie, io l’ho vista praticamente di un fiato molto di recente e come già mi era successo per EndGame, sono molto dispiaciuta che la serie sia stata interrotta; il pubblico non ha apprezzato e le serie che non vengono viste sono destinate a morire è una legge di mercato, come è un legge di mercato che i protagonisti a cui non venga rinnovato il contratto muoiano o si trasferiscano (se e solo se ci sono speranze per future ricomparse), ma è comunque un peccato, magari avrebbe potuto portare interessanti sviluppi all’interno del genere o forse no, di certo l’umanità del protagonista, la sua goffaggine e il suo cinismo erano un’alternativa agli stereotipi visti e rivisti..

A titolo di pura curiosità, sappiate che la serie è basata sui libri di Leif G. W. Persson, che vedeva in nostro eroe (?) lavorare nella gelida Stoccolma, che nella serie diventa una piovoso Portland in Oregon, sebbene gli esterni siano tutti girati a Vancouver in Canada; sempre in ambito cose interessanti da sapere, papà della serie è Hart Hanson, classe 1957, già noto agli appassionati e addetti ai lavori in quanto creatore, sceneggiatore e produttore esecutivo di Bones e di The Finder.



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