*Poesia nella quale il poeta usa una specie di cavallo di troia di sua invenzione per assaltare cervelletti
Chi sei io non lo so
io sono una poesia
già
e se mi segui da sinistra a destra
come una vecchia che dal balcone guarda il traffico delle otto e ci scorge il nipote che va a scuola collo zaino sproporzionato
io nemmeno mi giro, io il nipote
perché io sono una poesia
solo quando hai finito
e allora raccogli gli occhi e te li ricacci nella testa
allora io, che sono una poesia e mi attacco agli occhi come le zecche ai cani
a tradimento
ti scarabocchio velocissimo dentro la testa
e tu muori.
Massimo Santamicone: http://www.decubito.org/
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