di Iannozzi Giuseppe
Mi sento un broccolo,
un broccolo fuori stagione
Da tempo non coltivo interessi
Mamma dice
che ho la testa piena di segatura
Pa’ ripete che non meritava
una disgrazia così
Io mi chiudo la porta alle spalle
e mi gratto le palle
non sapendo bene
che pesci prendere
e soprattutto se ne val la pena
E’ che mi sento un broccolo,
un broccolo fuori stagione
Come un figlio di Dio
vago tra un filare di ulivi e un altro,
e snocciolo bestemmie e poesie
che nessuno può sentire
Passo nell’orto tra cetrioli e carciofi,
e mi sento quasi a casa
Quando si ha la testa vuota
non c’è niente di meglio
che riempirla d’altro niente
E’ così che trovo la quadra
ai problemi che mi mordono il sedere
Mi sento un broccolo,
una specie di cartone animato
schizzato fuori dallo schermo tv
Un broccolo, nient’altro che un broccolo
che cerca la pentola d’oro sotto l’arcobaleno
Avessi un minimo di cervello
mi cotonerei i capelli
e darei fuoco alla mia chitarra scordata,
mi farei poi arrestare per spaccio di stupidità
Ma non ce la faccio,
mi piace troppo il ruolo che è mio
E’ che ci sto bene a esser preso per broccolo
Non faccio nemmeno l’amore da un pezzo
con la mia donna medico legale
Un broccolo e basta, non vengo manco in fotografia!
In compenso il mio amore passa delle ore intere
davanti allo specchio a farsi sempre più bella
Un broccolo, nient’altro che un senza cervello
Mica è mia la colpa se non tengo niente da fare
Mica è mia la colpa se inizio una cosa e la lascio a metà,
se fischio poesie e dimentico di fare all’amore
Ma’ l’ha capito che sono un broccolo,
ma Pa’ continua a ripetere
che non se la meritava una disgrazia così
Gli ricordo che ho preso da lui
e con gran piacere mi gratto le palle
mentre lui scoppia a piangere
come una checca del cavolo
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