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Io vado da solo.

Da Wising

Io vado da solo.

www.tigri.ch, l'immagine viene da lì :)

Sabato sembrava primavera.
Sole splendente, temperatura piacevole, una luce nuova, aria che ricordava il profumo dei fiori.
Finalmente il pomeriggio giusto da passare al parco.
Pur abitando alle porte di Milano, che detto così ti da l'impressione di un pianerottolo qualunque, anche un po' buio, abbiamo la fortuna di stare in una zona molto verde, piena di giardini e parchi.
E' un posto a misura di bimbo: scuole vicine, centri sportivi che organizzano corsi anche per i più piccoli e parchi dove correre, rotolarsi nell'erba, incontrare le papere, far conoscenza con altri bambini (e le conseguenti mamme, che non sempre, a dire il vero...vabbè).
Se un adulto volesse uscire la sera, oltre al cinemino vecchio stile (e per questo così rassicurante) non troverebbe molto di più, ma per i bimbi è davvero un buon posto.
Tanto che non è raro incontrare gruppetti di bimbi da soli, che si spostano da un parco all'altro, che tornano a casa dalla lezione di tennis o calcio, che se se ne vanno a zonzo senza troppi pensieri.
Ecco, io questo lo trovo rassicurante.
Ne parlavo con la mia vicina di casa sabato pomeriggio, al parco, appunto.
Lei ha una bimba dell'età di Cigolino e ogni tanto si esce insieme, a far giocare i bimbi e quattro chiacchiere.
In quei discorsi sconclusionati da mamma, si parlava già di elementari. Che per dove abitiamo ora sono praticamente sotto casa. C'è una strada da attraversare, due passi nel giardino e si è al cancello di scuola. Potrei seguire Cigolino dalla finestra di cucina, praticamente per tutto il tragitto.
Per cui, io dicevo che alle elementari sarà bellissimo perchè potrà andare e tornare da solo da scuola. Lo dicevo convinta, adducendo a supporto la mia convinzione che coltivare l'indipendenza è qualcosa di altamente desiderabile.
Lei non era tanto d'accordo, credo più per carattere.
Come spesso mi capita in questi frangenti, va a finire che io mi sento quella sbagliata. Quella che sottovaluta, superficiale, spericolata.
Però io alle elementari a casa ci tornavo da sola e la mia scuola non era affatto sottocasa. Avevo una strada lunga da fare, ma la facevo con i compagni di scuola, si giocava e si scherzava per tutto il tempo. Rientrare allora era un'avventura, era confidare i segreti all'amica, era pensare a chissà cosa ha preparato mamma per pranzo.
Vero.
Altri tempi e altra città, meno traffico e non è che sentissi spesso di bimbi che svanivano nel nulla o di molestie. Sembra davvero un altro mondo, a guardarlo adesso.
Di solito è proprio così che si liquida il tema: sai, erano altri tempi. Adesso non si può proprio più.
Neanche a farlo apposta, ieri ho letto questo articolo, sul Corriere Salute.
Una recente ricerca ha evidenziato come in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, la percentuale di bambini che va da solo a scuola è sia davvero molto bassa. I bambini si muovono solo accompagnati, a quanto pare. Questo impatta negativamente sullo sviluppo e sul benessere psicofisico del bambino che, appunto, cresce poco in autonomia e senso di responsabilità.
Insomma, la presenza costante dei genitori è certamente un plus nella sicurezza e incolumità dei pargoli, ma un po' le ali le tarpiamo e questo non è positivo.
Voi cosa ne pensate?
Da voi è possibile dare un minimo di libertà a bambini in età scolare?
Ma soprattutto, cosa vi servirebbe per sentirvi più tranquilli?


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