Mia nonna era analfabeta.
Analfabeta sul serio, non sapeva nè leggere nè scrivere. Neppure il suo nome.
Mamma orgogliosa di sette figli possedeva la saggezza dell'esperienza e di un'acuta intelligenza.
Mia nonna era analfabeta ma votava.
SEMPRE.
Da quando ha potuto.
Il giorno in cui si votava si preparava con cura: indossava il suo vestito più bello e un filo di perle.
A me adolescente, vederla uscire vestita a festa per raggiungere il seggio mi faceva sorridere.
Le ultime volte l'ho accompagnata anche io.
Fuori dalla sede osservava attenta i simboli delle varie liste e pretendeva che le leggessi i nomi dei partiti indicando con il dito il simbolo corrispondente. Era concentrata in quel momento, era palese. Sicuramente memorizzava.
Poi entrava distinta, quando gli scrutatori leggevano il suo nome sorrideva e quasi con orgoglio accedeva alla cabina con la scheda e il lapis in mano. Una delle poche volte che la sua mano ha tracciato un segno e che la sua opinione è rimasta impressa sul foglio.
Mia nonna non mi ha mai detto per chi votava.
Mi ha però raccontato di quando il voto le era negato e di quanto fosse importante poter esprimere la propria opinione, di quanto questo per lei non fosse per niente scontato e credo che non l'abbia mai sfiorata l'idea di non partecipare ad un'elezione.
Per mia nonna votare era un diritto ma anche e sopratutto un dovere.
Così IO VOTO sempre.
Per una convinzione mia e perchè me l'ha insegnato mia nonna.
E questo insegnerò ai miei figli.
Non sia mai che qualcuno si possa svegliare una mattina e pensare che chiedere l'opinione sia un aspetto irrilevante...sarebbe un guaio, un guaio serio.