IO VOTO ONESTO
ecco il mio simbolo…so che nessuno l’ha proposto simile…
Ciao, amici.
Sarebbe meraviglioso che ognuno di noi potesse fare il lavoro per cui ha studiato, o che ha sempre sognato per sè, o che semplicemente crede adatto alla propria natura, o che ancora gli possa tornare vantaggioso per una giusta causa.
Se hai studiato da pianista, cerca in tutti i modi di fare il suonatore di piano. Ma se hai studiato per un lavoro che non c’è, allora fanne un altro che ti possa dare da vivere nell’attesa di arrivare a fare qualcosa di meglio.
Nella vita reale un lavoro per vocazione accade solo molto raramente; poter fare il mestiere che ci piace è una particolare fortuna. Per assurdo, sono più privilegiati chi fanno un lavoro modesto o addirittura sconsigliabile, facendolo con piacere o quantomeno con motivazione. Ma questi discorsi, in tempi di grave disoccupazione, sono addirittura fuori agenda. E’ già una fortuna averlo, un lavoro, purchè sia.
Ma io aggiungerei:
Purchè sia onesto, che non vuol dire “secondo i canoni del buon costume”, ma secondo i canoni dell’essere a posto con la propria coscienza.
Tutti quelli che lavorando rubano, per me ma credo per molti, non sono nemmeno da considerarsi lavoratori, che infatti sono solo dei ladri.
Ma un popolo che non sa liberarsi dei propri ladri, non è un buon popolo, o meglio, non ha i crismi dove dovrebbe averli, non ha il potere che funziona.
Mi si potrebbe replicare che ce ne sono molti di genti in questa condizione; è senz’altro così, ma questo non cancella il problema.
Un problema di corruzione e di malaffare che è sotto gli occhi di tutti, da molto molto tempo, per cui si può comprendere un vago se non acuto senso di sconfitta e di impotenza che ci può assalire alla sola idea di dovere andare tra poco al voto.
Votare: ma chi, quale simbolo, quale idea, quale futuro?
E se desertificheremo il voto, ci andranno gli altri, i soliti furbi, che faranno ancora il loro sporco giochetto, o i loro miserrimi interessi…
A votare ci dobbiamo andare, e non per mettere scheda bianca, e nemmeno per scriverci condivisibili parolacce.
Piuttosto si potrà cercare il male minore, che è già qualcosa in una fase di faticosa ricostruzione.
Commentare di pancia anche in questo preciso momento non serve, e non servirà. Cominciamo a pensarci sul serio.
Un voto non è un pezzo di carta dentro una scatola, ma è un possibile cambiamento.
Per lo meno, questo dovrebbe essere l’andare a votare.
E questo dobbiamo esigere che possa essere. Per noi stessi, per i nostri figli.
Le cose non cambieranno? Non possono cambiare fino a che ci stanno le solite facce e quindi le solite logiche?? E allora qualcosa accadrà. Qualcosa accadrà sicuramente.
Non so cosa. Non so quando. Ma immagino il perchè.
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