Magazine Editoria e Stampa

Ipotesi Sulla Carta

Da Pedroelrey

PriceWaterhouseCoopers ha pubblicato il rapporto “The medium is the message*: Outlook for magazine publishing in the digital age”. Lo studio ha coinvolto lettori, editori e centri media di 10 nazioni del mondo analizzando preferenze e prospettive di tutti i soggetti coinvolti.

Tra i diversi aspetti che emergono dalla ricerca si evidenzia come allo stato attuale, ad esclusione della fascia d’età 12  -15 anni, le persone continuino a preferire la lettura della loro rivista in versione cartacea rispetto a quella digitale laddove esistente.

Sempre per quanto riguarda le riviste emerge che le persone durante la lettura difficilmente svolgono altre attività, elemento che può assolutamente essere traslato anche alla lettura dei giornali, come invece avviene con televisione, radio ed internet. La ridotta propensione al multitasking, evidenziata dal grafico di sintesi sottostante, è evidentemente un valore aggiunto rilevante per gli investitori pubblicitari.

Investitori pubblicitari che però, come sappiamo, nella transizione al digitale in atto, anche nel nostro Paese penalizzano la carta stampata più di altri media.

Non è solo una crisi dei media, ed in particolare della stampa, ma è anche, o forse soprattutto, una crisi della comunicazione pubblicitaria convenzionale. La pubblicità classica ha perso impatto.

Due fondamentalmente le motivazioni:

  • Le aziende e le agenzie di comunicazione, in generale, non riescono a migliorare, ad evolvere, la creatività dei loro messaggi che così diventano “invisibili”.
  • Le persone sono divenute immuni alla pubblicità. Con gli attuali livelli di saturazione dei mezzi, a cominciare dalla TV ma non solo, le persone si sono immunizzate così come avviene ai batteri quando vi è abuso di antibiotici [credo che la metafora renda]

La conversazione, la condivisione, l’ascolto e il passaparola [digitale e non] sono aspetti sempre più rilevanti per una comunicazione d’impresa efficace.

Come suggerivo un paio di giorni fa, i limiti funzionali della carta possono, devono, essere integrati con soluzioni già disponibili quali la realtà aumentata che mi pare assolutamente la più convincente ed interessante sia per i contenuti informativi che per le proposte di comunicazione pubblicitaria tra le attuali possibilità.

Layar, proposta di applicazione di realtà aumentata, consente di rendere la carta un supporto interattivo, dinamico, permettendo anche l’integrazione tra contenuti presenti all’interno di una rivista o di un giornale e quelli online/digitali.

Un valore aggiunto sia sotto il profilo giornalistico con la possibilità di mostrare contenuti aggiuntivi che sulla carta non trovano spazio che per quanto riguarda la comunicazione pubblicitaria con le imprese che, volendo, possono portare le persone direttamente sul loro sito web, ad esempio, dallo smartphone.

Aspetto che, rispetto alla mitica frase di Henry Ford: “So bene che il 50% dei soldi che spendo in pubblicità va perso, mentre l’ altro 50% va a segno. Ma non sapendo quale dei due è quello efficace, li spendo entrambi”, consentirebbe, finalmente, di misurare l’efficacia e l’impatto delle campagne sulla stampa.

Il futuro della stampa è digitale, e passa per la realtà aumentata. In un’epoca di rapidissime evoluzioni che presuppongono la continua necessità di testare, di sperimentare nuove soluzioni, non provare questa strada sarebbe colpevolmente miope.


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