Magazine Politica

Iran, Capo Basij: “La fine delle sanzioni è servita per pagare il rilascio delle spie USA”

Creato il 21 gennaio 2016 da Nopasdaran @No_Pasdaran

_mohammad_reza_naqdi_271115

Bisogna esprimere soddisfazione per la fine della prigionia di quattro detenuti americani in Iran. Tra loro, a casa sono tornati anche Saeed Abedini, pastore cristiano incarcerato per motivi religiosi, e Jazon Rezaian, giornalista del Washington Post, incarcerato per motivi politici.

Nonostante la soddisfazione, pero’, ci sono delle problematiche molto importanti relative alle tempistiche del rilascio di questi detenuti e al significato del loro rilascio. Il rilascio dei detenuti americani in Iran – ovviamente tutti accusati molto genericamente di spionaggio – non e’ solo coinciso con il rilascio di sette prigionieri iraniani negli Stati Uniti (responsabili di aver commerciato con Teheran materiale proibito), ma anche con la sospensione delle sanzioni verso la Repubblica Islamica. 

E’ naturale quindi, ritenere che i soldi incamerati dall’Iran per la liberazione dei quattro detenuti stranieri, rappresentino anche una forma di riscatto monetario, ottenuta dal regime dei Mullah. A confermare questa tesi, ora, e’ anche  Mohammad Reza Naqdi, il barbuto comandante della milizia Basij. 

Secondo quanto riporta l’agenzia Fars News, infatti, Naqdi ha dichiarato: “La fine delle sanzioni contro la banca iraniana Bank Sepah e l’ottenimento – dopo 36 anni – di 1,7 miliardi di dollari di assets congelati, mostrano come gli Stati Uniti comprendano solamente il linguaggio della forza. Questi soldi sono ritornati nelle mani dell’Iran, in cambio della libertà delle ‘spie americane’ e non e’ in alcun modo collegato con i negoziati nucleari (Fars News).

Untitled

Non solo: come ricordato da alcuni analisti, il recente scambio tra USA e Iran sui detenuti, ricorda la fallimentare strategia di Reagan delle “Armi in cambio di ostaggi”. Tra il 1984 e il 1992, infatti, l’Iran fece rapire almeno 24 ostaggi americani. Nella speranza di liberare questi ostaggi, nel 1986 Reagan approvo’ una vendita di missili alla Repubblica Islamica dell’Iran. Oggi l’Iran, tramite il Nuclear Deal, non riceve direttamente dei missili o delle armi, ma ne riceve indirettamente in due modi: 

  1. ritornando ad avere libero commercio di armamenti con Paesi come Cina e Russia;
  2. ottenendo soldi che, in parte sicuramente, userà per finanziare la compravendita di armamenti e rafforzare i Pasdaran. 

Piccolo particolare: la strategia di Reagan funziono’ per poco tempo dopo la vendita di missili a Teheran. Per alcuni mesi gli americani non furono rapiti da Hezbollah e altri proxy iraniani e ci fu il rilascio di Padre Lawrence Jenco. Purtroppo, pero’, fu solamente un successo temporaneo. Dopo un breve stop ai rapimenti per ottenere le armi, l’Iran riprese a dare i soliti ordini ai suoi schiavi regionali (AEI).

Perché la storia parla chiaro: quando le democrazie negoziano con i terroristi, a vincere sono sempre i terroristi…



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog