Lo scorso 14 luglio dopo dopo 18 mesi di negoziati, Barack Obama con altri 5 leader siglano l’accordo sul nucleare dell’ Iran. Il tema centrale delle concluse negoziazioni, più volte dibattuto sul Diario di Geopolitiqui, era quello di stoppare il processo di arricchimento dell’uranio che avrebbe portato alla creazione della bomba atomica persiana
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L’incubo sembra essere finito con la firma di Vienna, ma le malignità su questo presidente giudicato, a più riprese nel migliore dei casi, naive si sprecano. Negli Stati Uniti l’onda delle critiche viene cavalcata ricordando l’accordo sul nucleare con la Corea del Nord firmato da Bill Clinton nel 1994.
“Oggi, dopo 16 mesi di intense e difficili negoziazioni con la Corea del Nord, abbiamo completato un accordo farà degli Stati Uniti, della penisola coreana e del mondo intero un luogo più sicuro. Con questo accordo, la Corea del Nord intende congelare il suo programma nucleare e accettare le ispezioni internazionali. La conformità dell’accordo sarà certificata dall’ Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica”.
Con queste parole il 42° presidente degli Stati Uniti William Clinton descriveva quel momento storico. Otto anni più tardi l’accordo viene stralciato e quattro anni dopo la Corea del Nord esegue il primo test di detonazione di una bomba atomica.
Il senatore Marco Rubio della Florida come anche il senatore Tom Cotton dell’Arkansas riassumono il malumore e la preoccupazione dichiarando che l’accordo con l’ Iran replica lo sbaglio fatto con la Corea del Nord.
Sembrano esserci effettivamente alcune similarità tra i due accordi. Entrambi i paesi hanno trasgredito le norme internazionali relative ai diritti umani, terrorismo e non proliferazione. La negoziazione con l’ Iran riguarda la cessazione di un “cattivo comportamento” per avere dei benefici in termini economici come la rimozione delle sanzioni. Anche 21 anni fa, il trattato con la Corea del Nord prodigava le stesse intenzionalità. Ma le somiglianze finiscono qui.
Il trattato con la Corea del Nord era più che un opuscolo di propaganda, infatti era composto da 4 pagine. L’accordo con l’Iran descrive con meticolosità nelle sue 100 pagine il protocollo delle ispezioni e il meccanismo di “rappresaglia” in caso di violazione. Non solo gli ispettori hanno il diritto di visitare ogni sito che considerino sospetto, ma potranno anche monitorare tutto il ciclo produttivo e la catena dei rifornimenti.
Oltre alle differenze tecniche vi sono evidenti differenze sociali tra i due paesi. La Corea del Nord è il paese più ermetico al mondo. Finire l’isolamento significherebbe aprire i cittadini nordcoreani al Pianeta Terra ed è l’ultima cosa che Kim vorrebbe.
L’Iran è un paese con una vasta popolazione ben istruita che usano internet e i social media. La limitata democrazia ha portato all’elezione del Presidente Hassan Rohani consapevole dei danni inflitti dalle sanzioni ha cercato di portare a termine questo accordo per poter aprire l’Iran al mondo e far rivivere l’economia.
La Corea del Nord è lo Stato più totalitario al mondo. Per i Kim la sopravvivenza dello Stato coincide con la sopravvivenza personale. Brandire l’arma nucleare è lo strumento per mantenere il loro isolamento.
L’incentivo a stralciare un simile trattato per l’Iran avrebbe delle conseguenze sociali ed economiche di notevole impatto e la reintroduzione delle sanzioni sarebbe devastante e umiliante. Per la Corea del Nord aver disatteso l’accordo del 1994 è stato indolore e con una specie di strana logica di supporto.
L’accordo con l’Iran è lontano dall’essere perfetto, ma non è un déjà vu…