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IRAN: Il campo di Ashraf preda degli Ajatollah

Creato il 05 gennaio 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

East Journal comincia a dedicarsi all’Iran, non un’assoluta novità: già in passato abbiamo raccontato del regime degli Ajatollah quando questo si connetteva alla nostra area di elezione. Da oggi però proveremo a raccontarvi un Iran che non passa nei media mainstream sperando, col tempo, di darvi informazioni dettagliate e lontane dai luoghi comuni. Per farlo ci avvaliamo della collaborazione di Valentina Di Cesare che dal 2003 collabora col Movimento delle Donne Democratiche Iraniane 

di Valentina Di Cesare

IRAN: Il campo di Ashraf preda degli Ajatollah
Ashraf è una città irachena a circa 60 km da Bagdad  e a più di 100 km dal confine con l’Iran ed è lì che vivono da anni, centinaia di migliaia di iraniani. La loro sistemazione è in un campo profughi, fuori il centro abitato; negli ultimi anni la sicurezza di residenti nel campo però, non è più tranquilla. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo le tappe della lunga storia di Ashraf.

Dal 1986 mentre Iran e Iraq si trovavano nel mezzo di una sanguinosa guerra durata otto anni, l’OMPI ( Organizzazione dei Mujaheddin del popolo iraniano) si stabilì nella città di Ashraf ; l’OMPI,  nata nel 1965 in Iran come gruppo armato con l’intento di sovvertire prima lo Shah e poi la Repubblica islamica, godeva dell’appoggio tutt’altro che disinteressato dell’Iraq. Arrivati nella città di Ashraf i membri dell’OMPI fondarono l’ALNI, l’ Armata di liberazione Nazionale dell’Iran. Le forze armate dell’ALNI durante il conflitto tra Iran e Iraq, fecero diverse irruzioni in Iran a carattere “sovversivo” per manifestare il dissenso nei confronti del conflitto e del loro governo nazionale.

Godendo dell’opportunistica protezione del governo iracheno, gli iraniani stabilitisi ad Ashraf intensificano le attività di lotta contro il regime dei mullah, ma con la fine della guerra nel’1988 e la caduta del governo di Saddam nel 2003, cambiarono molte cose per i residenti iraniani ad Ashraf, che in quegli anni si erano stabiliti in un campo.

Innanzitutto i residenti di Ashraf riconsegnarono tutte le armi, in cambio di un accordo di protezione da parte degli americani, gli stessi americani che nello stesso anno, prima del “cessate il fuoco” avevano bombardato il campo. Con la consegna delle armi e dopo 15 mesi di accurate ricerche da parte del Pentagono, il governo americano ritenne che i residenti di Ashraf non potessero essere protagonisti di nessun attacco perchè senza mezzi, e gli fu conferito lo stato di protetti dalla Quarta Convenzione di Ginevra


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