In questo blog abbiamo parlato diverse volte abbiamo dell’influenza del regime iraniano nella questione siriana. In particolare, abbiamo evidenziato il ruolo assolutamente centrale che la Repubblica Islamica sta svolgendo nel tenere in piedi il regime di Assad. Un incontro di alto profilo tenutosi nel febbraio scorso in Iran, ci dimostra ancora di più quanto la permanenza del regime Baathista al potere rappresenti per Teheran un perno centrale della sua politica estera.
Il 13 febbraio del 2013, infatti, Mehdi Taeb – consigliere della Guida Suprema Ali Khamenei e soprattutto fratello del Direttore dei servizi segreti dei Pasdaran, Hossein Taeb – ha dichiarato che “la preservazione del regime di Assad è più importante per l’Iran rispetto alla conservazione delle ricchezze pertrolifere nella ricca Provincia del Khuzestan“. Non solo: continuando nel suo discorso, Mehdi Taeb ha aggiunto: “La Siria rappresenta la 35° Provincia iraniana e se il nemico attaccasse la Provincia del Khuzestan e la Siria nello stesso momento, Teheran preferirebbecertamente proteggere prima la Siria“.
Mehdi Taeb, infine, non si è fermato alle valutazioni politiche, ma è entrato nel merito del sostegno iraniano al regime siriano. Secondo quanto reso noto dal consigliere di Khamenei, sinora l’Iran avrebbe inviato in Siria 60000 Basij, attivamente impegnati nell’eliminazione dei ribelli siriani.
Cosa aggiungere? Poveri iraniani, con una leadership così il futuro è davvero poco roseo…
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