Scandalo nella Repubblica Islamica per un concorso offensivo aperto dalla compagnia telefonica nazionale. La società di telecomunicazione IranCell, infatti, ha attivato un gioco a premi, invitando i suoi utenti a rispondere ad una serie di domande. Una delle domande proposte, però, faceva riferimento al secondo Califfo Umar ibn al-Khattab descrivendolo come colui che “era stato deviato dal diavolo“. Probabilmente a molti di voi questa affermazione non dice nulla, ma si tratta del punto centrale che divide sunniti e sciiti: il califfo Umar, infatti, fu colui che nominò suo successore Abu Bakr, preferendolo ad Ali ibn Abi Talib, cugino e genero del profeta Maometto. Sulla decisione di Umar l’Islam si spaccò tra chi prese le parti di Abu Bakr (il 90% dei mussulmani, ovvero i sunniti, seguaci della “sunna-tradizione”) e chi invece sostenne che solo un parente di Maometto. Ali appunto, poteva succedergli (ovvero gli Sciiti, rappresentati circa il 10% della popolazione mussulmana nel mondo).
Dure proteste sono iniziate contro la compagnia IranCell e condanne sono arrivate dal leader spirituali dei sunniti iraniani Molavi Abdolhami. Altre proteste sono arrivate dalle popolazioni delle regioni del Balochistan e del Sistan (a maggioranza sunnita) e via Facebook. Anche i prigionieri politici sunniti presenti nelle carceri iraniane hanno deciso di dichiarare uno sciopero della fame. Va evidenziato che, nelle recenti elezioni presidenziali, Hassan Rohani ha ottenuto più del 70% dei voti dalle regioni a maggioranza sunnita, un chiaro segnale della ricerca di una rappresentanza politica da parte di questa minoranza spesso oppressa (in Iran i sunniti rappresentano l’8% della popolazione).
La IranCell ha provato a chiedere scusa, incolpando una società esterna dell’accaduto. Nonostante le scuse, una campagna di boicottaggio è partita contro la società ed ha messo in serio imbarazzo tutto il regime iraniano.