Presentandosi dopo anni di clandestinità in qualità di nuovo “califfo”, al Baghdadi ha guidato la preghiera nella moschea di Mosul e ha esortato i presenti a obbedirgli con le seguenti parole: “Se seguirò la giustizia e la verità, aiutatemi. Se seguirò la falsità, consigliatemi”. Ha poi proseguito il suo discorso: “Dopo anni di jihad e perseveranza è stato annunciato il califfato ed è stato scelto un nuovo imam”.
Il nuovo “Califfo Ibrahim, Principe dei credenti”, vestito con una lunga tunica e un turbante rigorosamente in nero – colore dell’Islam radicale – ha parlato per circa 15 minuti. Il suo discorso ha incluso versetti del Corano e parole di fuoco contro “musulmani ipocriti e miscredenti, re e governanti”, non mancando di esaltare la jihad.
L’apparizione di al Baghdadi è coincisa con la notizia, da parte della stampa panaraba, dell’emissione dei primi passaporti dello Stato Islamico, rilasciati dagli uffici anagrafici di Mosul. Tale “Stato Islamico” conquistato dall’Isis è formato, attualmente, da buona parte dell’Iraq nord-occidentale e della Siria orientale.
Si tratta di territori conquistati dall’organizzazione sunnita in circa un anno di combattimenti e strappati in parte ai qaedisti siriani di al Nusra. Proprio ad Al Nusra, pochi giorni fa, l’Isis ha portato via due dei pozzi petroliferi più importanti della Siria orientale.
L’organizzazione sunnita guidata da Al Baghdadi, infatti, proprio un anno fa è entrata in contrasto sia con gli estremisti siriani di Al Nusra, che con i qaedisti di Al Zawahiri, erede di Osama Bin Laden.
Sembra tuttavia che l’Isis si sia potuta permettere di agire da sola, considerando le stragi compiute e i territori che attualmente domina con pugno di ferro. La sua potenza immane ha messo Stati Uniti, Russia ed Iran in condizione di doversi alleare per poter far fronte al nemico comune; gli Usa, che hanno avuto prigioniero Baghdadi dal 2005 al 2009, hanno posto su di lui una taglia di 10 milioni di dollari.