![Iraq: iniziati raid aerei autorizzati da Obama, che però ribadisce: “Non saremo aviazione militare dell’Iraq” Iraq: iniziati raid aerei autorizzati da Obama, che però ribadisce: “Non saremo aviazione militare dell’Iraq”](http://m2.paperblog.com/i/244/2441153/iraq-iniziati-raid-aerei-autorizzati-da-obama-L-LXqo_y.png)
Di Gabriella Maddaloni. Hanno avuto inizio oggi alle 13.45 locali i raid aerei statunitensi annunciati da Obama nei giorni scorsi per colpire l’Isis e i suoi obiettivi nell’Iraq del nord. Il presidente Usa sottolineò come la decisione fosse stata presa per “colpire i terroristi islamici, proteggere il personale americano in Iraq ed evitare un genocidio”.
Durante il messaggio del sabato alla nazione, Obama ha però ribadito con fermezza che “non permetterò che gli Stati Uniti siano trascinati in una nuova guerra in Iraq. Le truppe da combattimento americane non torneranno in Iraq perché non c’è una soluzione militare americana alla crisi”.
Kirby, portavoce del Pentagono, ha asserito che 2 bombardieri FA18 hanno sganciato 2 bombe di oltre 226 kilogrammi su postazioni dell’artiglieria Isis in procinto di aggredire Erbil, capitale del Kurdistan iracheno. Il secondo raid di droni e aerei è stato diretto sempre nei pressi di Erbil e, oltre a distruggere siti terroristi, ne ha anche uccisi alcuni. Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, ha asserito che “L’autorizzazione del presidente Obama per i raid aerei è molto limitata negli scopi. Lo scopo dei bombardamenti è innanzitutto la protezione del personale Usa. E nella città di Erbil ci sono militari e diplomatici americani. C’è poi l’urgente situazione umanitaria. Ma gli Usa non dispiegheranno truppe in Iraq”.
“I raid aerei hanno avuto successo”, ha dichiarato oggi Obama in conferenza stampa a Washington. “Sono state distrutte armi e postazioni Isis. 2 missioni umanitarie nel Paese sono state completate“. Abbiamo fiducia nel fatto che possiamo prevenire l’Isis” dal salire sul monte Sinjuar e dall’uccidere la gente lì. Ma il progetto in Iraq è a lungo termine, il problema non sarà risolto in settimane”.
I jihadisti Isis hanno dichiarato su alcuni siti internet che continueranno la loro offensiva, che continua ad essere molto intensa. Negli ultimi giorni i terroristi hanno conquistato altri 15 tra cittadine e villaggi iracheni, nonché la diga sul Tigri, che si trova 35 km a nord di Mosul e irriga l’intera piana di Ninive. L’Isis si trova ormai a poche decine di kilometri da Erbil, e i suoi abitanti vivono nella paura. Una giornalista curda, Deniz Firat, che lavorava per l’omonima agenzia di stampa, è stata uccisa durante un attacco Isis al campo profughi di Makhmur, città a 280 km da Baghdad presa di mira dai jihadisti negli ultimi giorni.
Molti civili curdi si sono spontaneamente arruolati alle truppe peshmerga per aiutare a fermare l’avanzata dei terroristi: non pochi di essi sono veterani che combatterono negli anni ’80 contro Saddam Hussein. Ai più anziani è stato affidato il compito di salvaguardare i posti dove non si combatte, per liberare i soldati peshmerga prigionieri e permettergli di tornare a lottare contro l’Isis.
Intanto, sulle montagne del Sinjar, le centinaia di civili scappati nei giorni scorsi all’offensiva Isis sono rimasti bloccati lì, e rischiano di morire di fame e di sete. La notte scorsa l’aviazione americana ha lanciato 72 casse di generi di soccorso comprendenti cibo e acqua. Lo riporta il Pentagono. L’Onu ha informato che si sta lavorando all’apertura di corridoi umanitari che permettano ai civili di evacuare dalle montagne senza pericolo.
Francia, Gran Bretagna e Italia appoggiano gli Usa e l’Onu. Hollande ha affermato che Parigi “è pronta a prendere parte alla lotta per difendere i civili”. Il premier britannico Cameron ha fatto sapere che Londra “appoggia l’iniziativa, anche se non invierà sostegno militare” all’Iraq. Il ministro della Difesa londinese, Michael Fallon, ha però sottolineato che il Regno Unito “è pronto ad offrire assistenza tecnica agli Usa in termini di rifornimento e sorveglianza, nonché a paracadutare aiuti alimentari per gli sfollati”. Infine, il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini ha annunciato lo stanziamento di 1 milione di euro in aiuti umanitari, nonché la presenza italiana in Iraq con la missione del vice-ministro Lapo Pistelli.
Anche Papa Francesco non ha mancato di dare il suo sostegno alle popolazioni irachene in difficoltà, attraverso un tweet che chiede“a tutte le parrocchie e comunità cattoliche di dedicare una preghiera speciale in questo fine settimana ai cristiani iracheni”.