Di Grazia Serao. I miliziani dello Stato islamico (Isis) hanno raso al suolo la Moschea del profeta Giona, uno dei santuari più importanti della città di Mosul. Si tratta solo di uno degli attacchi messa appunto dai jihadisti negli ultimi giorni.
I fondamentalisti hanno fatto irruzione armati nella moschea, invitando tutti ad uscire. Qualche minuto più tardi un forte tuono. Poi una nube avvolge la città di Mosul: la casa di Giona è distrutta davanti agli occhi dei fedeli. Il grandioso edificio era in origine un luogo di culto cristiano e fu intitolato al profeta Giona (Yunis) perché si diceva che proprio lì il profeta vi fosse sepolto. L’importanza attribuita a quel luogo lo ha reso per lungo tempo metà di pellegrinaggio sia per i musulmani che per i cristiani. Proprio per questo motivo, per la mescolanza di credenze e religioni che si incontravano in quel sito, i miliziani hanno deciso di abbatterlo, sostenendo che non si tratta più di un luogo di culto ma di un luogo di apostasia.
Non è la prima volta che i militanti dell’Isis compiono un gesto del genere. Hanno distrutto infatti una decina di santuari sciiti nel nord del paese, in omaggio al programma di «pulizia religiosa» contro i rivali.
I jihadisti sunniti avrebbero raso al suolo anche la moschea sciita di Wadi al Akhdar, e si apprestano a distruggere anche quella di Najib Jader, importante monumento storico.
La lotta contro le minoranze islamiche prosegue senza esclusione di colpi dunque, tanto che l’Isis, che controlla ormai tutta la zona settentrionale dell’Iraq, ha invitato tutti i cittadini curdi a lasciare la città. Lo stesso ultimatum era stato lanciato una settimana fa nei confronti dei cristiani. Né le forze curde né quelle cristiane sembrano però intenzionate ad arrendersi. Già da diverso tempo sono in corso combattimenti tra jihadisti di questa organizzazione e forze Peshmerga curde giunte dalla vicina regione autonoma del Kurdistan.
Nuovi scontri sono in corso in particolare nell’area di Telkeif, una località una ventina di chilometri a nord-est di Mosul popolata da una maggioranza cristiana.