Il nuovo romanzo di Eugenio Cardi (alla sua sesta pubblicazione), edito in Italia ed in Francia, da marzo nelle librerie.
“Irene F. – Diario di una borderline” è un romanzo di impegno sociale in cui viene affrontata la correlazione esistente tra sindrome borderline e abusi subiti in età infantile.
“Storie come questa da me raccontata – Eugenio Cardi – riguardano il 2% della popolazione, e ben il 10% di coloro che sono in psicoterapia; l’80% circa di tutti i malati di DBP sono donne; è quindi un fenomeno sociale che riguarda circa 1.200.000 individui sull’intero territorio nazionale e non credo possa essere trascurato. Non so perchè, ma in Italia di tale correlazione – tra la violenza subita e il DBP – si sa e si parla poco o niente”
Irene F. è una donna che vive al limite, che si comporta in maniera autolesionistica, che spende la sua esistenza tra sesso, alcool e droghe. Dietro questo un passato scomodo, fatto di abusi e violenze, in quella che potrebbe sembrare una “normalissima” famiglia borghese.
Dopo la morte del padre Irene F. si ritrova a vivere con la madre ed il patrigno, e proprio lì nasce l’incubo. La rabbia per la madre che sa e non fa nulla si mischia ai sensi di colpa, all’inadeguatezza, in un’altalena di emozioni e sentimenti difficile da controllare.
Irene è una donna che cade e si rialza, e che sceglie di provare a guarire intraprendendo un viaggio all’interno della sua psiche.
“Non mi interessava in fondo che abusassero del mio corpo: non c’è possesso dell’altro nello scopare, non c’è nulla di intimo, se lo si fa senza amore, amicizia o affetto. Non c’è scambio, non si dà e non si prende niente: la somma algebrica tra il prendere e il dare è uguale a zero. [........] Capivo di star male è vero, ma capivo anche che la mia vita era lì, ferma, immobile, stagnante in una sorta di infinita palude, senza che andasse né avanti né indietro [........] e non sapevo come riprenderla in mano.”
La prefazione del libro è a cura della psicoterapeuta Maria Beatrice Toro, traduzione in francese di Silvia Guzzi.