Il Teatro EuropAuditorium, nell’ambito della sua diversificata programmazione, che abbraccia musical, danza, commedie e spettacoli comici, riserva alcune date anche ai concerti, e, in questa fredda serata d’autunno, il cartellone offre una delle prime date italiane del tour di Stefano Bollani ed Irene Grandi partito lo scorso 9 novembre. Confesso che conoscevo poco Stefano Bollani, giusto per qualche video e qualche passaggio radiofonico, mentre sono da sempre un grande fan di Irene Grandi di cui vidi il primo concerto, addirittura in una delle mie ultime vacanze in Calabria nell’ormai lontano 1998, e, l’ultimo, 3 anni or sono, in Piazza Maggiore a Bologna, in una sera di fine estate freddissima e ventosa. Se poi ci mettiamo che Bruci la città è stata per anni la suoneria dei miei due cellulari il cerchio è chiuso. La sorpresa, assistendo a questa esibizione, è stata piacevole ed inattesa: sentire Irene Grandi cimentarsi con il jazz, il blues, il funky, il soul, il samba, la canzone d’autore, modulando la sua voce ogni volta in modo caldo e partecipe, sempre in piena coerenza con il genere interpretato, ha fatto scoprire una faccia nuova di questa artista, che, dismessa quella aggressività prorompente che ne ha, da sempre, caratterizzato la vena di rocker scatenata, ha messo in mostra capacità vocali ed interpretative di assoluto valore. Similmente Bollani si è rivelato artista poliedrico, pianista di valore assoluto, ma, soprattutto un grande “animale” da palcoscenico, simpatico, gioviale, coinvolgente e assai convinto nel suo ruolo, non certo di spalla, ma di co-leader di questo inedito duo.
Conosciutisi ai tempi del liceo, e, legati da grande amicizia, Irene e Stefano hanno esordito insieme in una band, “La Forma”, che si esibiva in balere e feste di paese, e proprio La forma è stato uno dei pezzi più divertenti e sbarazzini cantati dai due con la Grandi che, su una base coinvolgente e ritmata, si è esibita in un rap scatenato e gioioso. In un’epoca di evoluzione musicale come quella attuale, progettare un disco come Irene Grandi & Stefano Bollani, pensato solo per pianoforte e voce, è senz’altro un’idea coraggiosa, ma anche estremamente intrigante, puntando tutto, come fa, e bene, proprio sulla sperimentazione più ardita avvalendosi del perfetto connubio tra la voce, assolutamente splendida e cangiante di Irene, e le capacità al pianoforte, da vero virtuoso, di Bollani. Il repertorio dello show ha così spaziato tra vari generi passando, senza soluzione di continuità e problemi, dal jazz al blues, dal funky al soul, alternando gli inediti alle cover, omaggio assai originale a tanti artisti italiani e stranieri, in cui si è potuta apprezzare una voglia di provare a fare cose totalmente nuove senza però mai dimenticare la tradizione.
Si sono così ascoltate, sempre accompagnate da scroscianti applausi, indizio del grande apprezzamento del pubblico, le cover di Costruire di Niccolò Fabi, di Come non mi hai visto mai di Cristina Donà, di Topazio di Francesco Grillo, di Off to Munich di Morten Lund, di Another Heart di Jesper Bodilsen. Tra gli altri pezzi del nuovo disco della coppia rammentiamo Occhi negli occhi e L’arpa della tua anima. Decisamente accattivanti e divertenti sono state poi le reinterpretazioni di Viva la pappa col pomodoro e A me me piace ‘o blues che hanno fatto salire, e di parecchio, la temperatura del teatro. La serie dei bis, particolarmente apprezzata, ha chiuso un concerto che ha trovato il massimo gradimento dei presenti, e mio personale, per questa nuova coppia del panorama musicale italiano che promette di regalare momenti molto coinvolgenti se riuscirà a sviluppare e convogliare il talento, la classe, l’ironia e la creatività, proprie di questi due poliedrici artisti, che hanno dimostrato di ben destreggiarsi tra le sonorità europee e sudamericane, tra il presente e il passato, mettendosi l’uno al servizio dell’altra.
Gli scatti inseriti nell’articolo sono stati gentilmente concessi dal Teatro EuropAuditorium di Bologna – Fotografie di Erminando Aliaj