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Iris: Roberto Calasso commenta "Hollywood Babilonia" per "Storie di Cinema"

Creato il 18 giugno 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
“Hollywood Babilonia”, libro che Susan Sontag ha definito «leggendario come ciò di cui parla», è al centro del nuovo appuntamento con “Storie di Cinema”, in onda su Iris, stasera, in seconda serata.
Kenneth Anger e il volume scandalo ininterrottamente pubblicato il tutto il mondo da 53 anni animano il dibattito tra lo scrittore, saggista e narratore Roberto Calasso e Tatti Sanguineti. Assieme, i due rendono omaggio al testo di culto, che narra una Mecca del Cinema ‘in nero’, dove «la colonia di Hollywood» è rivelata in tutta la sua bizzosa umanità.
Il percorso di “Storie di Cinema” si snoda tra riflessioni sulla morte di Marylin Monroe, un’analisi della nascita dei musical e delle inclinazioni omosex di molti grandi registi, il mito di Roberto Valentino e lo stile di vita all’insegna del “tutto e permesso” quindi lo facciamo.
Nel mirino di Calasso e Sanguineti, sempre prendendo spunto da “Hollywood Babilonia”, finiscono film come “Intolerance”, “Viale del Tramonto”, “Bugsy”, “Quarto potere”, il movie “William Hays: Me and the Censorship” e personaggi come Fatty Arbuckle, Joan Crawford, Gloria Swanson, Charlie Chaplin, Eric von Stroheim, Clara Bow, Gene Harlow, Mae West, Errol Flynn, Lupe Velez, Robert Mitchum, Lana Turner e Sharon Tate.
«Di questo libro mi ha attratto tutto», racconta Calasso. «Ogni riga del testo, ogni immagine. Perché è evidente che se uno ha nella testa quel delirio che è nel titolo, qui finalmente trova una specie di controparte giusta. Cosa che normalmente manca nei libri di cinema, terribilmente. Il cinema è tutt’ora una grande arte senza commento. E questo era l’inizio di un possibile commento ad una certa zona del cinema. Una zona decisiva, una zona degli anni in cui sono stati scoperti i generi, per esempio. Dal tempo di Griffith sino all’inizio degli Anni ’50».
«Quello che viene dopo» - conclude il direttore editoriale della casa editrice Adelphi - «e che c’è nel secondo “Hollywood Babilonia”, è una realtà un po’ diminuita. E così è tutt’oggi: la celebrity non è l’equivalente della star, c’è un’immensa differenza».

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