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irish mob in stato di grazia...

Creato il 30 gennaio 2015 da Omar
irish mob in stato di grazia...Ma che goduriosa ficata seppe partorire nel 1990 l'allora esordiente Phil Joanou con il suo indimenticato Stato di grazia?Partiamo dal dove: Hell's Kitchen, il quartiere malfamato di Manhattan in cui si srotola l'appassionante vicenda di amicizia e tradimento al centro di questo riuscito gangster-movie, è il fulcro della cosidetta Irish Mob, la più arcaica organizzazione criminale impiantata dall'Irlanda negli Stati Uniti, (descritta in decine di pellicole famose e libri di culto: Il potere del cane di Don Winslow, ad esempio; ma è lo stesso quartiere in cui, per dirne una, regna il supereroe Daredevil, non a caso uno dei personaggi più adulti e noir della Marvel) e questo caotico agglomerato di case e di storie, assieme al carico di folklore irlandese che lo anima (monumentali bevute, fervore cattolico, Giorno di San Patrizio e via discorrendo), rappresenta di per sé un valore aggiunto imprescindibile nella fascinosa costruzione iconografica che questo giovane regista di videoclips è riuscito ad architettare.irish mob in stato di grazia...E poi c'è il cosa, ed è ciò che egli descrive, sulla scorta dei migliori De Palma o Scorsese, illustrando sì la violenza e l'organizzazione della mafia made in U.K. ma permettendosi anche un affresco di ampio respiro, riuscendo a comporne i singoli incastri con dovizia di emozioni sino alla tensione zenitale tra i due vecchi amici d'infanzia che in età adulta hanno fatto scelte antitetiche: uno è sbirro, l'altro è malavitoso.irish mob in stato di grazia...Infine c'è il chi: lo «state of grace» del titolo sembra infatti indubitabilmente riguardare anche gli interpreti: da un Gary Oldman mai più così unto, delirante e incontrollabile a uno Sean Penn diviso tra onore e dovere, sino a una bellissima e intensa Robin Wright (diventata presto la moglie di Penn dopo l'esperienza su questo set) e un verosimile Ed Harris nella parte del saggio capobastone risoluto a salire di rango nella gerarchia criminale. Benché la struttura della pellicola di fatto non offra nessun elemento originale (quante storie simili ci ha offerto la Settima Arte sin dai tempi di Piccolo Cesare?) è la somma di ogni singolo elemento a renderlo un prodotto unico: fotografia splendida, musica straordinariamente efficace (è il nostro Morricone, non si scherza!) e una visione epica del male che alligna anche nei cuori più puri. Che altro domandare a un film del genere?

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