Magazine Diario personale

Irish revival

Da Sciroccata

Sono ritornata nel posto dove l'acqua costa più della Coca cola, dove piove 300 giorni all'anno e c'è tanto verde che ti consola, o almeno tenta, per tutta l'acqua che prendi. Sono rientrata in ex grande azienda, e un senso di angoscia quasi mi ha assalito a vedere tutti quei numeri perchè, fino a poco tempo fa, tra i numeri c'ero anche io. Vederli così stipati uno accanto all'altro, controllati dal big brother anche per una pausa sigaretta mi ha dato un senso di leggerezza e di libertà, io non c'ero più lì, alleluja.
Ho passeggiato per il centro, ho rimesso piede in tutti i negozi che mi mancavano, comprato qualche dvd, sorriso e tremato di freddo. Ho rifatto l'irish breakfast e l'ho digerito la sera successiva. Bevuto ancora una Guinness, che alla prima pinta ero già alticcia e capisco che perdo smalto, o perdo il vizio.
Da fuori, gli italiani all'estero ti sembrano più italiani medi di quello che pensavi. Sputano merda continuamente sul loro Paese e osannano il Paese che li ospita. A te, ora, ti viene un po' voglia di difenderla questa Italia. Non intendi politicamente, che è indinfendibile. Intendi i cittadini, che non è mica vero che sono tutti maleducati e stronzi e bigotti.
A te non sembrano peggio degli irlandesi che tirano pietre agli autobus, che da mezzanotte in poi ululano ubriachi per stada e che vivono in una nazione in cui l'aborto è illegale e a me sembra così assurdo che non me lo riesco a spiegare. Ma a loro va bene così.
Sono a casa, in un paese imperfetto, fatto di gente imperfetta. Come tanti altri.
Potrà essere peggio, ma a te non sembra mica che di là ci sia il paradiso.


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