regia di Phyllida Lloyd
In "Iron Lady" Phyllida Lloyd (sulla sceneggiatura di Abi Morgan) tenta il non facile compito di portare sul grande schermo la vita e le imprese politiche di Margaret Thatcher, ex primo ministro inglese e personaggio rilevante per la politica europea ed internazionale, soprattutto anno '80.
La regista, priva di idee e dal tocco poco incisivo, sceglie di dare maggiore risalto alla parte privata della vita della protagonista, impostando la narrazione su flash back e documenti di repertorio, sui ricordi della anziana donna e soprattutto sui suoi deliri da demenza senile in avanzamento.
Il tutto però è costruito confusamente.
Il risultato è un film che delude per la propria debolezza e superficialità.
Non ci si adddentra nell'animo della signora di ferro nè si affrontano con spirito critico le sue scelte politiche.
La Thatcher esce da questo biopic quasi santificata.
Suprema prova attoriale di Meryl Streep che con questa fatica potrebbe asggiudicarsi la sua terza statuetta d'oro.
Ottimo trucco-parrucco di scena, ottimo inglese british della Streep, pessima colonna sonora, assolutamente invadente, ossessiva, tanto da rendere il film una specie di fiction televisiva. Pessima regia e mntaggio.
Quest'opera ha tutta l'aria di una grossa occasione mancata in cui, a parte la magnifica presenza degli attori, la regista non pare aver avuto molto da dire.