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Iron Maiden - The Book of Souls | Recensione

Creato il 07 settembre 2015 da Xab @Xabaras89
Iron Maiden - The Book of Souls | Recensione
Mi sarei aspettato di dover esordire con un "il solito disco degli Iron Maiden"
e invece no.
Incredibile ma vero, gli Iron Harris si rinnovano pure loro.
Con un Bruce Dickinson in formissima, in barba al tumore, perché lui può, essendo una specie di eroe bonelliano (contando pure le guide d'aeroplano, la scherma e la laurea in storia).

Bruce Dickinson

Seriamente, ma che razza di vocione continua a cacciare quest'ometto qui?

Ma rinnovo, dicevamo...rinnovo:
Certo, è un disco degli Iron Maiden, è quindi lapalissiano parlare di un Heavy Metal sostanzialmente classico, ma con ogni probabilità parliamo del disco meno "Maideniano" da un bel po' di anni a questa parte.
Le eccezioni ci sono e si sentono eh, ma complessivamente è un disco molto più "genericamente Heavy" rispetto agli standard di uno dei gruppi esponenti del genere più facilmente riconoscibili di tutti i tempi.
Ecco, una volta si parlava - un po' impropriamente - di NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal), oggigiorno, se siete tra le persone orribili che amano catalogare i generi musicali al dettaglio, dovreste inventarvi un termine nuovo.

Prolisso ?

Senz'altro un disco con tracce mediamente troppo lunghe, e non parlo di quelle più sperimentali over 10 (che in quel contesto lì ci stanno alla grande), ma nei pezzi da 5-8 minuti:
Tempi con ogni probabilità troppo densi per funzionare a dovere con i ritmi di un gruppo che di lento non ha mai avuto granché (nemmeno nei suoi periodi più progressivi)
Steve Harris e soci tuttavia vanno per i sessant'anni, e ci sta pure che si sentano di fare certe cose in un dato modo.
Solo che ecco, per chi scrive gli Iron Maiden non possiedono la stessa nonchalanche sentita nei Judas Priest, tanto per fare un esempio (parente eppure diverso), o sarà che si soffre un po' a non ascoltare abbastanza le celeberrime, sanguigne cavalcate che della band hanno fatto la storia.

Disco Povero ?

Assolutamente no, anzi, ci sono delle canzoni che sono forse fin troppo ricche nel loro essere smaccatamente heavy (la splendida When The Rivers Runs Deep, The Great Unknown )
Non si può parlare di album poco ispirato, e nemmeno di sperimentazione visionaria, anche se ci sono cose che dagli Iron Maiden non t'aspetteresti suonare così...e la cosa va bene, perché non suona forzata o cercata controvoglia:
la title track The Book of Souls è puro estro, forse meno corale di altri pezzi simili dei nostri, ma a suo modo particolarmente memorabile proprio per questo, e sopratutto segna l'inizio della parte più misteriosa e affascinante dell'album, il secondo disco...dove forse l'anello debole è rappresentato da Tears Of A Clown, canzone dedicata allo straordinario Robin Williams, per chi scrive bella nell'intento ma poco convincente musicalmente parlando

Il Finale Made in Dickinson 

Il pezzo che chiude, Empire Of The Clouds, non c'entra praticamente niente con gli Iron Maiden. 
Sono 18 minuti di puro Dickinson, della sua voce, delle sue parole, del suo pianoforte. La band che lo accompagna si limita (giustamente) a seguire le sue direttive, mettendoci comunque le splendide sonorità proprie alla chitarra di Adrian Smith o al basso di Harris.
Molto molto coraggiosa, progressiva, bellissima.
Grande regalo ai compagni da parte di Bruce, che avrebbe potuto benissimo tenersela per se

Conclusioni

Iron Maiden - The Book of Souls | Recensione

Disco ben realizzato, con un po' di canzoni carine, altre dimenticabili, e sopratutto una discreta manciata di opere d'arte.
L'album complessivamente non mi ha galvanizzato del tutto (anche se è uno di quelli nella cartella "da riascoltare" del mio cervello), ma nelle singole canzoni c'è davvero tantissimo, e per assurdo l'ho trovato tanto assolutamente riuscito nei suoi lati più sperimentali quanto timido nelle parti più "banalmente" heavy
Applausi a scena aperta per The Red and The Black, la già citata title track, Empire e menzione speciale pure per The Man of Sorrows, decisamente la Xab Song di questo album, opera dal valore purissimo.
Link a The Book of Souls su Spotify

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