Che bel pezzo di latta, questo Iron man 3.
Come una macchina estremamente lussuosa (e costosa), la terza pellicola interamente dedicata alle guascone peripezie dell’ingombrante Tony Stark, è cromata, piena di gadget e bellissima da vedere, insomma il tipico oggetto (cinematografico?) nato per farti stare bene, almeno per l’intera sua durata e i successivi dieci minuti.
Dimenticato quel pasticciaccio brutto del capitolo seconto, questo numero tre si allaccia direttamente alla “poetica” degli Avengers, prendendo il via da eventi di poco successivi al salvataggio di New York, da parte di quell’eterogeneo gruppo di eroi. Se la trama ad un primo sguardo sembra piuttosto complessa, in realtà risulta fin troppo semplice, quasi un pretesto, che una volta spazzati via i dubbi e i turbamenti dell’eroe nei primi trenta minuti, procede tranquilla e senza grumi, come una zuppa che bolle in santa pace a fuoco lento.
Certo Robert Downey Jr veste i panni dell’uomo di latta con una disinvoltura impressionante, regalando al personaggio quel mix di spvalderia (tanta), fragilità (pochissima) e beffardo sarcasmo (a fiumi!), che ormai ci hanno fatto innamorare. Nobilitano il tutto un cattivo carismatico e una Gwineth Paltrow che per una volta non sembra relegata al semplice ruolo di tappezzeria.
Eppure nonostante una sceneggiatura con pochissimi tempi morti, effetti speciali travolgenti (per una volta funzionali e non ridondanti) e un paio di sequenze tonitruanti, Iron man 3 ha il soliti maledetto difetto di tanto cinema a stelle e strisce degli ultimi anni, cioè quello di regalare uno spettacolo terribilmente, completamente e tristemente fine a se stesso.
Dove sono finiti quei meravigliosi dubbi che da sempre contraddistinguono gli eroi e gli antieroi della nostra infanzia, che fine hanno fatto le epifanie, le catarsi e quei meravigliosamente tragici climax che tanto piacciono a noi spettatori ormai non più giovanissimi. Il cinema è diventato ostaggio di montatori schizofrenici, magici effetti speciali più reali del vero e personaggi granitici, inossidabili, fin troppo semplici da capire, codificare e riadattare. Iron man 3 è la punta di diamante di questo meccanismo, un perfetto film giocattolo, da vedere, smontare e dimenticare, senza tanti rimpianti, troppi ragionamenti ed inutili sottotesti.
Uno spettacolo straordinario e nel complesso straordinariamente banale, una pellicola così plastificata e vuota, che anche se spesso divertente, divertita ed impeccabile, risulta anche terribilmente noiosa.
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VOTO
♥ ♥ 1/2
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