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Ironcast, recensione Pc

Creato il 06 aprile 2015 da Edoedo77

Ironcast 060415

Immaginate un puzzle game con elementi strategici ambientato in epoca vittoriana che ponga il giocatore al comando di robottoni Steampunk alti sette metri durante la guerra tra Inghilterra e Francia nell’anno di grazia 1886.

Bene, Ironcast offre questo scenario e questo mix grazie al lavoro di Dreadbit che si è accordata con Ripstone per pubblicare il gioco su Steam ed Humble Store disponibile da qualche settimana (per la precisione dallo scorso 26 marzo, ndr) per Pc Windows, Mac e Linux.

Il gioco, lo ricordiamo, è stato finanziato tra settembre ed ottobre dello scorso anno su Kickstarter grazie a poco più di 600 sostenitori che hanno raccolto 10.000 dollari e spicci permettendo dunque la realizzazione del gioco base. Noi vi racontiamo cosa ne pensiamo.

INGHILTERRA E FRANCIA IN GUERRA PER LA VOLTITE

Come già detto, il set di Ironcast è incastonato in pieno conflitto anglo-francese con le due nazioni arrivate ormai alle fasi finali.

La chiave Steampunk è data dal fatto che la Voltite, una fonte di energia potentissima, abbia dato la possibilità ad un gruppo di industriali facoltosi – chiamato il Consorzio di merito – di costruire robottoni giganti, macchine da guerra a vapore straordinarie per cercare di respingere l’attacco francese che è ormai a pochi giorni di marcia da Londra. Il problema per i sudditi di sua maestà britannica è che anche i transalpini hanno la Voltite.

IRONCAST, LA MACCHINA DA GUERRA PERFETTA

Ironcast in game

Questi robottoni giganti, o mech, sono chiamati Ironcast. Ogni Ironcast è caratterizzato da quattro diverse componentistiche: Munizioni, Elettricità, Refrigerazione e Riparazione. L’equilibrio di questi quattro elementi permette di far svolgere al nostro mech le operazioni da guerra fondamentali come attaccare gestendo due tipi di armi, per muoversi (e schivare) e difendersi grazie alla gestione di un sistema di scudi.

Per far questo, bisogna allineare vari giunti contraddistinti da colore ed icone diverse facilmente comprensibili: un missile per caricare le armi, un segnale di neve per la refrigerazione, il lampo per attivare i sistemi elettrici e la chiave inglese per permettere le riparazioni ai quattro sistemi principali.

UN PO’ PUZZLE GAME, UN PO’ STRATEGIA, UN PO’ GESTIONALE, UN PO’ GDR

Ironcast map

Il gameplay centrale di Ironcast richiama alla mente titoli come Puzzle Quest che però aveva un’ambientazione diversa. Qui dal Fantasy si passa allo Steampunk.

Lo sforzo di Dreadbit è stato quello di rendere le diverse sfumature del progetto e convogliarle nel gioco con un ottimo equilibrio tra vari elementi. Ironcast è molto puzzle, ma ha anche elementi strategici a turni e gdr, oltre a quelli gestionali.

Se da un lato bisognerà allineare (in alto, in basso, a destra o a sinistra o ancora in diagonale) tre o più icone della stessa specie, un po’ come come Bejeweled od ogni altro puzzle-game ci ha insegnato, dall’altro l’accumulo di queste sostanze permette di eseguire una o più mosse di attacco o di difesa (come in Puzzle Quest, appunto o come in altri titoli del calibro di Clash of Heroes).
Chiaramente, più grandi saranno gli allineamenti, più potremo essere efficienti attaccando selvaggiamente i nemici anche più volte per turno. Abbiamo tre possibilità di concatenamento per turno e queste generano diverse azioni. Sarà possibile anche concatenare elementi diversi grazie a dei “giunti” particolari e quindi poter guadagnare “virtualmente” una mossa rispetto alle tre canoniche di raccolta per turno
Il superamento di una missione permette inoltre di acquisire un certo quantitativo di rottami, praticamente la moneta di gioco, ma anche di punti esperienza che permettono di alzare il livello del pilota (il gioco offre diversi piloti e tutte con le loro caratteristiche). E questo alla fine porta anche ad avanzare il livello del giocatore. Ovviamente ogni missione ha uno scopo che bisognerà raggiungere entro un determinato numero di turni.

Ironcast, recensione Pc Ironcast, recensione Pc

Le difficoltà del nostro compito sta anche nella gestione. Le varie catene servono ad accumulare i 4 elementi di cui abbiamo già parlato per mantenere efficienti le riserve di refrigerante, di armamento, di energia e di componenti riparatorie per limitare i danni e farne letali ai nemici.
Ma tutto sta nell’equilibrio.
Ogni azione costerà un certo numero di refrigerante e di energia. Senza energia ad esempio non si potranno attivare gli scudi né si potrà camminare, condizioni quest’ultime che sono importanti per la difesa per schivare gli attacchi avversari. Senza refrigerante, di contro, i “circuiti” dell’Ironcast si surriscalderanno autoinfligendoci dei danni ad ogni azione. Senza componenti riparatorie non potremo aggiustare i quattro sistemi principali del nostro mech per cui saremo inefficaci sia in attacco che in difesa o addirittura indifesi ed inoffensivi.

C’è da dire che in Ironcast vige la morte permanente del pilota ragion per cui se si perde un duello, bisognerà iniziare nuovamente dall’inizio scegliendo ovviamente tra una rosa di tre missioni per giorno fino ad arrivare allo scontro finale per evitare che venga presa Londra. Uno spruzzo di roguelike che aumenta la difficoltà ed il grado di sfida.

Dopo ogni game over, i punti esperienza accumulati  vanno a rimpolpare quelli globali del giocatore che salirà di livello e sbloccherà determinati elementi del gioco come ad esempio i piloti o gli ironcast da scegliere prima di iniziare una nuova partita.

Quando, invece, il pilota sale di livello, è possibile scegliere tra un buon assortimento di abilità secondarie (anche passive) che possono senza dubbio agevolarci nei nostri compiti. Ad esempio ricordiamo la possibilità ogni tot turni di “rubare” materiale refrigerante al nemico, o possiamo anche migliorare la balistica o ancora togliere punti integrità dello scafo nemico per riparare il nostro.

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Ma non finisce qui: è possibile anche raccoglie un buon numero di rottami (al termine di ogni duello vinto) ed anche di progetti per sostituire le quattro componentistiche principali del proprio mech, migliorare la propria macchina da guerra.
E’ anche possibile acquistare dall’officina delle migliorie per aumentare le caratteristiche e la resistenza.

La chiave del successo, inutile dirlo, sta nello gestire le risorse raccolte nella griglia utilizzandole con parsimonia e con tempismo giusto.

C’è un ampio tasso di rigiocabilità perché per sbloccare tutti gli Ironcast ed i piloti necessari, nonché concludere le varie missioni che a turno ci vengono propinate ci vorrà tempo. Inoltre il boss finale non è niente male e sconfiggerlo sarà realmente difficile. Peccato che a lungo andare le missioni si ripetano per colpa di poca varietà.

TECNICAMENTE PARLANDO

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Ironcast si presenta molto bene e con una grafica stilizzata ottimamente. L’interfaccia di gioco è chiara e permette un gameplay immediato. Non ci sono virtuosismi in 3d. Il comparto visivo è disegnato a mano.
Bene anche le animazioni, ottime quelle del fuoco e le esplosioni. Il sonoro propone buone musiche strumentali col tema principale piuttosto orecchiabile ed incalzante. Discreti gli effetti.

CONCLUSIONI

Ironcast è una piacevole sorpresa benché si respiri fin da subito la natura prettamente indie del progetto ed in questo caso tutti i limiti di una campagna Kickstarter andata a buon fine ma priva di ulteriori obiettivi secondari.
Il gioco ha, comunque, il pregio di prendere sfumature di gameplay da diversi generi ed unirli in un gioco piuttosto interessante. Come già detto nel corso della recensione troviamo diversi aspetti di Bejeweld, di Puzzle Quest in una salsa Steampunk gradevole.

Se siete appassionati di puzzle game nei quali dovete gestire bene le vostre risorse, i vostri attacchi, livellare e sapere cosa acquistare per potenziarvi ed andare avanti, dovete assolutamente fare un pensierino al gioco.

La pecca, come già si evidenzia nella recensione, è che non duri tantissimo benché il fattore di rigiocabilità è alto e permette di sbloccare diversi robottoni ma non tantissimi, potenziamenti e piloti, oltre ad affrontare un discreto quantitativo di missioni. La difficoltà è ben strutturata ma Ironcast si lascia giocare. Dal punto di vista tecnico non c’è nulla di miracoloso, tutt’altro, ma il lato artistico è gradevole.
Consigliato comunque agli amanti dei puzzle e dello Steampunk perché offre un buon grado di sfida. La speranza è che in futuro Ripstone permetta a Dreadbit di espandere il gioco con qualche missione supplementare tramite dlc… possibilmente non troppo costosi.

PREGI: Ottimo mix di generi… quasi originale. Gameplay intrigante. Ottima sfida. Buon fattore di rigiocabilità.

DIFETTI: Alla lunga, però, il gioco tende ad essere ripetitivo. Qualche missione in più avrebbe giovato.


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