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Irrigazione: ora anche con l’acqua di mare e a basso costo!

Creato il 09 settembre 2015 da Deboramorano @DeboraMorano

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Irrigare dal basso e con acqua di mare è l’dea della Fondazione Acqua Maris, che in collaborazione con il Politecnico della Catalogna e altri enti, potrebbe aver trovato una soluzione per l’approvvigionamento idrico mondiale.

L’irrigazione dall’alto verso il basso, è il metodo che l’umanità utilizza da sempre per idratare e dare così vita alle piante, e lo ha scelto imitando il modello che ha davanti agli occhi: la pioggia.

Per questo, adesso, i ricercatori hanno studiato un sistema per irrigare dal basso. Ma non si tratta del primo tentativo della storia. Già alcuni Monaci carmelitani di Sestao (in Spagna nei Paesi baschi), avevano intrapreso questa strada nel XVIII secolo ottenendo ottimi risultati nella coltivazione di tutti i tipi di verdure in terreni sabbiosi con acqua di mare, anche nei campi sterili dell’Eritrea, dove la coltivazione di salicornia ha trasformato la regione in un vero e proprio giardino.

E per utilizzare al meglio questo nuovo metodo, i ricercatori hanno creato alcuni moduli.

Uno è composto da tre livelli per confrontare le prestazioni della stessa specie a distanze diverse dall’acqua che ha evidenziato come il sapore delle specie coltivate cambi a seconda della distanza dall’acqua di mare.

Altri sono  fatti di un bidone di plastica da 1000 litri tagliato a metà. L’idea è nata con lo scopo  di realizzare un sistema di irrigazione per le aree desertiche con il minor costo possibile. Nei contenitori c’è solo sabbia di spiaggia e un ingresso per l’acqua di mare.

Infine i terrari,  chiusi ermeticamente con acqua di mare sul fondo, sabbia di spiaggia e due centimetri di terra fertile sulla superficie.  L’acqua di mare, attraverso l’evaporazione, si condensa nella sommità del terrario, creando una doccia giornaliera di acqua fresca da acqua di mare evaporata. Questo consente una irrigazione permanente e alta umidità.

 Il terrario sperimentale è rimasto chiuso per cinque anni e oggi ha ancora un paio di piante vive.

(fonte: http://www.corriere.it)


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