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Is this the real life ... oppur is fantasy ?

Creato il 23 maggio 2013 da Bruno


Questa è la vita reale, o nient' altro che fantasia, nient' altro che il prodotto dell' Immaginario Collettivo, come dovrebbero ormai aver intuito i lettori di questo blog ?
Oppure, per dirla con Marzullo: la vita è un sogno, o i sogni aiutano a vivere meglio ?  Di certo non aiutano gli incubi ricorrenti: vi immaginate un nuovo giro di giostra identico a quello appena concluso ? Perchè quella è la dinamica intrinseca del sistema capitalista, la logica circolare del motore economico. MAMMA MIA, meglio morire, è proprio il caso di dire !
Il fatto è che per uscirne occorre cambiare visuale, impostazione, punto prospettico. Innanzitutto occorre togliersi la falsa idea che l' economia, l' emergenza lavoro, l' orto coi pomodori, il recupero della sovranità, una qualche miracolosa moneta, la cancellazione del debito possano bastare da soli a cambiare qualcosa. Non si farebbe che ripartire daccapo, ricalcando esattamente lo stesso schema: uno schema che, come ampiamente visto, non premia nessuno, se non forse i soliti pochissimi ed irraggiungibili monopolisti finanziari. Ma TUTTI gli altri finiscono col perderci: ed oggi siamo alla prova provata di questa semplicissima, tangibile verità. I più ricchi oggi ancora si salvano, ma fino a quando se questo stato di cose si protraesse come in Grecia e oltre ?
Abbiamo già paragonato il sistema capitalista ad un motore perfettamente studiato, bilanciato e calibrato in ogni sua dinamica per funzionare esattamente così. Cambiare un singolo bullone non farà certo saltare l' intero sistema: è l' intero progetto che va cambiato, il disegno sulla carta che va riscritto, non basta chiamare l' idraulico per tappare una falla.
O, come faceva mio nonno, pretendere di riparare la "piccola" ( il trattorino ) con il nastro adesivo. Perchè non funziona, non c'è verso. Occorre ingegnarsi ad immaginare un sistema alternativo.
In altre parole, NOI siamo oggi chiamati ad essere gli "Architetti del Nuovo Immaginario".
E se abbiamo ormai capito che un sistema discende dalla forma mentale, è su quella che dobbiamo innanzitutto lavorare. Prima liberandoci di tutto il vecchio schema mentale erroneo, poi cercando nuove dinamiche meno esplosive, meno ingiuste, più redistributive, più naturali, più vantaggiose per tutti, sulle quali costruire il nuovo.
A partire proprio dal concetto che un sistema va affrontato esaminandolo nel suo complesso, non nelle singole parti. E che una "macchina" serve per andare da qualche parte.
Prima di metterci a ridisegnarla, cominciamo quindi a chiederci: "dove vogliamo DAVVERO andare ?"
Quale la funzione della macchina ? Sottomettere l' Uomo all' economia, o l' economia all' Uomo ? Quale il suo schema base, quale la funzione principale che dovrà assolvere, e alla quale vincolare le altre ? Quale la funzione della politica, quale l' autorità, quale la forma sociale, quale etica a costituirsi nuovo immaginario ?
Perchè questo è il quid signori: e se anche Mondart per assurdo avesse la chiave per aprire il cancello del labirinto in cui siamo tutti imprigionati, a nulla servirebbe donarla a chi non farebbe altro che ricostruirne uno identico.
Cominciamo quindi ancora ad abbattere le troppe "fate morgane", le sirene che col loro allettante richiamo ci annebbiano i sensi e la mente: come Ulisse facciamoci legare ben saldamente al palo della nave, in modo da poterle ben vedere in faccia, senza però lasciarcene ipnotizzare.
Una alla volta, una per post: per comodità di discorso, e perchè il cuor ci regga. A partire proprio dal capire che questo sistema danneggia tutti: è quanto faremo col prossimo post, portando al paradosso l' attuale schema che definirei, in due parole, "capitalistico-rappresentativo".
   

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