Isiro è una città situata a nord-est della Repubblica Democratica del Congo e appartiene alla diocesi di Kisangani, da cui dista parecchi chilometri.
E’ una realtà molto povera, funestata spesso da terribili malattie endemiche,che si trasformano in epidemie e falciano vite umane anche in giovane età.
La ricordiamo Isiro, in Occidente, per una terribile epidemia di ebola ma anche perché Isiro e la sua gente, come tutto il Congo ex-belga, non conoscono da parecchi anni a questa parte la pace.
Ebbene a Isiro, qualche volta, nonostante i guai, si riesce anche a sorridere.
E lo si fa giocando a pallavolo.
Non solo calcio e coppe milionarie, allora, per l’Africa.
Un tale padre Tarcisio Crestani, missionario della Consolata,uomo schietto e fattivo, un bel giorno ha avuto proprio un’idea “luminosa”. E cioè quella di radunare intorno a sé alcuni giovani della parrocchia e mettere in piedi una squadra di pallavolo, mutandosi, per l’occasione, in allenatore.
Inutile dire che questa squadra porta il nome del fondatore dei missionari della Consolata.
Un omaggio simpatico, insomma, al beato Giuseppe Allamano. E ci può stare.
E così, ogni pomeriggio, intorno alle 16,30, i ragazzi di padre Tarcisio si radunano con lui per allenarsi e giocare.
L’aspetto più entusiasmante è che non occorre alcun certificato di battesimo per iscriversi al gruppo-squadra. Esso è aperto a tutti da sempre.Basta che si rispettino alcune regole di buona convivenza. Lo scopo, infatti, è quello di creare autentica fraternità in un contesto in cui le guerre tra civili alimentano solo odii reciproci e arrecano morte, a ripetizione, tra le etnìe e/o gruppuscoli politici di differente ideologia.
Padre Tarcisio crede molto in questo suo nuovo impegno con i giovani e ce la mette tutta in quanto ricorda che l’Allamano voleva i suoi missionari sempre con zaino in spalla, pronti ad andare ma, soprattutto, intraprendenti.
Gareggiare sportivamente e conoscere e condividere valori “forti”(mens sana in corpore sano),a suo dire, non può che essere che un “bene”, nei tempi magari non troppo lunghi, anche per la gioventù d’Isiro.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana )
