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Isis, a Kobane riprendono i raid aerei Usa. Sventato a Londra il primo attentato in Occidente

Creato il 09 ottobre 2014 da Nicola933
di Gabriella Maddaloni Isis, a Kobane riprendono i raid aerei Usa. Sventato a Londra il primo attentato in Occidente - 9 ottobre 2014

IsisDi Gabriella Maddaloni. L’ammiraglio Usa John Kirby, portavoce del Pentagono, afferma che le forze aeree statunitensi fanno “tutto il possibile per salvare Kobane”, la città siriana invasa dai terroristi islamici. Kirby aggiunge però che i raid “non basteranno da soli a salvare la città”.

I jihadisti, infatti, nonostante le 40 perdite di vite inflitte dai raid della coalizione anti-Isis – uno dei quali ha centrato la collina dove lo Stato Islamico ha issato la sua bandiera nera – hanno continuato ad avanzare nella città.

L’Eliseo riporta che Hollande e il presidente turco Erdogan hanno approvato la creazione di una “zona cuscinetto” tra Turchia e Siria per accogliere e proteggere gli sfollati scampati alle minacce Isis. Ma il Pentagono precisa che la momento una simile opzione non è considerata.

Stephen Harper, capo del governo canadese, informa che il suo Paese si unirà alla coalizione internazionale anti-Isis, pur sottolineando che il Canada non invierà forze di terra in Siria e Iraq, ma solo raid aerei. Giovedì, il segretario Nato Jens Stoltenberg andrà in visita ad Ankara per 2 giorni, per incontrare Erdogan, il premier Ahmet Davutoglu e il ministro della Difesa.

Intanto, i quotidiani inglesi Daily Telegraph e Daily Mail riportano che è stato sventato il primo attacco Isis in Occidente, precisamente in Gran Bretagna. L’operazione è stata possibile grazie all’arresto, avvenuto martedì, di un ex jihadista che ha combattuto tempo fa in Siria e di recente rimpatriato in terra britannica. L’uomo è stato arrestato in un’operazione anti-terrorismo con altre 3 persone; le autorità ritengono stesse architettando con i complici anche una “esecuzione” sul modello delle decapitazioni che hanno reso tristemente famoso l’Isis nei video online, circolati sulle reti mondiali.

Il “Califfato”, nel frattempo, diviene sempre più organizzato, comportandosi da vero e proprio “stato nello stato” in Siria e Iraq. Il Washington Post, infatti, citando il sito Syria Deeply, annuncia che lo Stato Islamico ha imposto 11 regole alla stampa internazionale che intendesse lavorare nei territori occupati. La prima e più importante di queste regole è “giurare fedeltà al Califfo Abu Bakr al Baghdadi”. La seconda regola impone invece che il lavoro svolto dai cronisti debba essere strettamente controllato da un apposito ufficio stampa dell’Isis, che provvederà anche a rilasciare la licenza per lavorare. Assolutamente vietate le “collaborazioni con tv satellitari, e in particolare con i canali che combattono contro i paesi islamici” come Al-Arabiya, Al Jazeera e Orient. Si possono fare reportage e scattare foto, sempre previa autorizzazione ufficio stampa Is, nonché avere blog e comunicare tramite social media, a patto di fornire tutti i dati del proprio account. In caso di violazioni delle regole, i reporter verranno sospesi e saranno tenuti a risponderne. L’Isis specifica infine che “le regole non sono definitive e possono cambiare in ogni momento a seconda delle circostanze, del grado di collaborazione dei giornalisti e del loro impegno verso i fratelli dell’ufficio media”.


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